5 parole giapponesi che usi nel modo sbagliato
Anche le parole più semplici possono dare problemi, ne ho scelte 5 che a mio parere vengono usate nel modo sbagliato dalla maggior parte dei principianti. Vediamo quali insidie nascondono le parole あなた, は, さようなら, 知らない e ください.
1. あなた – anata
Uno degli errori più comuni, dovuto dal fatto che i libri di grammatica giapponese ne fanno largo uso. Per far capire meglio la struttura della frase giapponese, molto diversa dalle lingue occidentali, i libri mettono あなたは (anata wa) dappertutto.
Pur essendo il modo più gentile per rivolgersi a qualcuno con il pronome personale tu, è meglio utilizzarlo il meno possibile. Non è molto educato, soprattutto se si parla a superiori.
Se si capisce che ti stai rivolgendo all’interlocutore puoi completamente ometterlo, in alternativa puoi chiamarlo per nome (anzi, cognome) seguito dal suffisso più adatto. O ancora puoi rivolgerti a lui utilizzando il titolo come 先生・せんせい (sensei, maestro), 課長・かちょう (kachou, capoufficio) e così via.
あなた è anche un modo che le donne usano per riferirsi al proprio marito, l’equivalente di “tesoro” o “amore” in italiano.
2. は – wa
Una tra le particelle più comuni del giapponese e anche una delle più difficili da comprendere pienamente.
Ci sono dei casi in cui è meglio non usare questa particella. Con は si marca l’argomento del discorso, per esempio se dico 私は (watashi wa) sto dicendo che sto parlando di qualcosa che riguarda me, bisogna però tenere conto che は può indicare contrasto.
La frase これはおいしい (kore wa oishii, questo è buono) può essere intesa con il senso di “questo è buono mentre il resto no”, ovvero si confronta una cosa con un’altra. Dipende tutto dal contesto, non sempre è così chiaro che si tratti di contrasto, specialmente in queste frasi molto semplici e senza neanche un contesto. In genere la particella は di contrasto viene pronunciata con enfasi, inoltre è bene tenere conto che se ci sono più は in una frase la prima è di tema o di contrasto, mentre le successive evidenziano sempre un contrasto.
Facciamo un altro esempio. Con 好き avrai imparato ad abbinare が (ga), ti sei chiesto mai perché si trova poco con は?
Se dico すしは好き (sushi wa suki) può essere inteso come argomento (parlando del sushi, mi piace), ma è più probabile che la frase venga intesa come contrasto. Dipende dal contesto, in questo caso il significato della frase potrebbe essere “il sushi mi piace, ma il resto non è buono e non mi piace”.
は non sempre è necessaria e nemmeno può essere sostituita liberamente con が per evitare contrasto (leggi qui la differenza tra wa e ga). Inoltre il mio consiglio è di non usare sempre 私は nelle tue frasi, troppi 私は rendono le tue frasi innaturali.
3. さようなら- sayonara
Può essere tradotto sia come “arrivederci” che “addio”, non è propriamente un errore, è solo poco utilizzato. Però è molto usato a scuola, gli studenti salutano gli insegnanti con さようなら. Più spesso è inteso come un addio, un saluto da utilizzare quando non ci si vede per lungo tempo.
Possiamo sostituire さようなら in diversi modi: ではまた (dewa mata), じゃまたね (ja, mata ne, informale), じゃあね (jaa ne, informale), また明日, 失礼します (mata ashita, shitsurei shimasu, molto formale) o ancora il super-informale バイバイ (bai bai).
4. 知らない – shiranai
C’è molta confusione tra i due verbi 知る・しる (shiru) e 分かる・わかる (wakaru), visto che entrambi possono significare “sapere”. 知る è inteso come informazioni acquisite da altri, 分かる indica un sapere che puoi acquisire solo tu stesso.
Se un amico ti chiede che progetti hai per le vacanze, non puoi usare 知らない (shiranai), 分からない (wakaranai) è più adatto. Solo tu puoi sapere o meno quello che farai, devi pensare per trovare la risposta, per questo 知らない suona strano.
Fatta questa premessa, c’è da dire che in alcuni casi è meglio non usare 知らない. 知らない può indicare uno scarso interesse da parte del parlante, il totale disinteresse di quello che si sta parlando. L’espressione もう知らない potrebbe essere tradotta con “non mi interessa”, “non me ne frega niente” e così via.
Alla domanda di un professore sarà più adatto rispondere con 分かりません (wakarimasen) rispetto a 知りません (shirimasen).
5. ください – kudasai
Cosa c’è di male ad usare ください per le richieste? Niente, è meglio non usarlo troppo spesso. Se fai caso la forma ください è molto usata nei cartelli per dare delle indicazioni, come per esempio さわらないでください (sawaranaide kudasai, non toccare).
ください è la forma imperativa gentile (è lo stesso tipo di imperativo che compare nella forma 〜なさい nasai) del verbo onorifico くださる, dare a me. Utilizzando questa forma chiedi (o meglio, stai dando un ordine in maniera gentile) all’altra persona una determinata azione o di darti un determinato oggetto. Se dovessi tradurlo in italiano utilizzerei espressioni come “mi dia/dammi…, per favore” o “faccia/fai…, per favore”. Attenzione: ください non corrisponde esattamente all’espressione italiana “per favore”! La mia è una semplice traduzione per dare idea di come suonerebbe in italiano, ma ください è diverso da “per favore”.
La forma ください è perfetta per dare indicazioni e istruzioni, può essere il caso di un professore che dice allo studente di leggere (読んでください, yonde kudasai), di un impiegato che dice al cliente come compilare un modulo (名前を書いてください, namae wo kaite kudasai) e così via. È ok usare ください se stai dando un servizio a una persona o per un ordine un po’ più educato, se vuoi chiedere un favore non sempre è così adatto.
Per chiedere un favore ti basta volgere la richiesta come domanda al negativo:
本を貸してくださいませんか? (hon wo kashite kudasaimasen ka?) Mi potresti prestare il libro?
Confronta la frase con questa: 本を貸してください (hon wo kashite kudasai) Prestami il libro, per favore.
Puoi anche ricorrere ad altre strutture ancora più formali ed educate. Come sempre dipende tutto dal contesto, in contesti più informali può andare bene ください. Anche se è educato, ください suona un po’ come un ordine, non trovi?
Mancano delle parole?
Ci sono altre parole che pensi gli studenti di giapponese utilizzano in modo sbagliato? Dì la tua opinione tra i commenti e se hai trovato utile questo articolo condividilo con i tuoi amici che studiano giapponese.
Immagine: David McKelvey
10 commenti
24 Luglio 2014
Hai spiegato tutto accuratamente!
3 Agosto 2014
Ottimo, davvero molto interessante
4 Agosto 2014
Sono felice che possa essere utile ^^
25 Luglio 2016
Io ho notato che in un anime lo studente,chiedendo al suo professore un favore, ha usato “onegai shimasu”.. è forse un “per favore” più formale?
26 Luglio 2016
Non è proprio così, visto che “onegai shimasu” suona più come un “la prego”, “desidero…” che un “per favore”. Nei contesti informali diventa semplicemente “onegai”.
26 Luglio 2016
Capito, grazie mille. Comunque complimenti per il blog, è pieno di curiosità e cose interessanti da scoprire, molto ben fatto!
21 Luglio 2018
E se si usasse
Onegaishimasu??
Al
Posto di kudasai??
Sumimasen, shime’saba wo hitotsu
Onegaishimasu
E’ corretto??
22 Luglio 2018
Sì, in quel caso è corretto!
8 Agosto 2018
Grazie! Non sapevo tutte queste cose, anche perché so poco di giapponese.
Non so se ne hai parlato in altri articoli, ma tanti italiani dicono «Fuji Yama» per parlare del Monte Fuji, mentre mi risulta che la pronuncia corretta è «Fuji San». Mi risulta che anche il nome della moneta giapponese viene pronunciato erroneamente; noi italiani diciamo «yen», mentre i giapponesi dicono «en».
8 Agosto 2018
Sì, hai completamente ragione! Il vero nome del Fujiyama è Fujisan, dovuto all’erronea lettura del kanji finale (山, montagna, si può leggere sia yama che san). La pronuncia “yen” invece è dovuta a come si trascriveva la parola una volta in romaji, ne parla Wikipedia.