Alla scoperta di Tokyo: resoconto di un viaggio

Ciao a tutti!
Ringrazio Federica per avermi concesso l’opportunità di scrivere sul suo blog e mi presento: sono Fabio e, insieme al mio amico Davide che vive in Giappone da diversi anni, gestisco il sito Dreaming Japan, un portale dove pubblichiamo notizie sul Giappone e, soprattutto, organizziamo viaggi per chi desidera visitare questo meraviglioso paese.
Come è nata la mia passione per il Giappone?
Come tutti i ragazzi della mia età, sono cresciuto con i cartoni animati giapponesi e ovviamente questo mi ha fornito un sacco di stimoli e ha aumentato il mio interesse verso il Giappone. Quando poi ho conosciuto la mia futura moglie, che si era appena iscritta alla facoltà di lingue orientali, ho scoperto che eravamo in due ad avere questo interesse e quindi, dopo qualche anno, abbiamo organizzato il nostro primo viaggio in Giappone.

Un Totoro tra i negozi giapponesi
Ai tempi (vi sto parlando di circa 10 anni fa) non esistevano molti tour organizzati se non quelli delle agenzie turistiche, ma poche erano veramente informate sulle realtà locali e spesso proponevano dei veri e propri tour de force che ti facevano girare il Giappone in lungo e in largo facendoti però soggiornare in hotel dallo stile occidentale. Noi invece volevamo vivere il più possibile l’esperienza di un vero e proprio albergo giapponese, il ryokan, dormire sui futon, soggiornare in un quartiere non troppo centrale di modo da poter vedere anche un Giappone meno turistico e più genuino. Inoltre, essendo il nostro primissimo viaggio, abbiamo voluto concentrare la nostra permanenza a Tokyo, per poterla visitare nel miglior modo possibile.
Così abbiamo prenotato online sia il viaggio in aereo che il ryokan, cercando semplicemente su Google e visitando i vari siti per vedere le fotografie delle camere e i vari servizi offerti.
Abbiamo trovato un volo diretto Milano-Tokyo operato dalla Japan Airlines, durato circa 11 ore – molto comodo non avere scali perché ti consente di arrivare direttamente alla meta senza inutili attese – anche se ovviamente è ugualmente importante trovare una buona offerta. Nel tempo, infatti, abbiamo preso anche voli con scalo, prevalentemente a Dubai, e c’è da dire che sia la JAL che la Emirates sono tra le compagnie migliori con cui abbiamo mai volato.
Il ryokan invece era il Kangetsu, che secondo Google sembrerebbe chiuso… Comunque consiglio di fare l’esperienza del ryokan almeno una volta, perché è davvero fantastico poter dormire in stile giapponese e usufruire di ottimi servizi come l’onsen (bagno pubblico) in un’atmosfera vecchio stile. Spesso sono alberghi a conduzione famigliare e quindi si può avere un rapporto più umano rispetto a quello dei classici hotel occidentali.

Un esempio di ryokan
Unica nota negativa: gli spazi negli hotel in Giappone sono molto ristretti. Nella nostra camera ad esempio non c’era un armadio e noi abbiamo trascorso 10 giorni con la roba in valigia perché non sapevamo dove metterla.
Come vi dicevo, la nostra vacanza è stata “solo” a Tokyo, anche se dire “solo” ovviamente è riduttivo, dato che si tratta di una megalopoli composta da 23 quartieri speciali, più le città circostanti. Ogni giorno ci siamo dedicati ad uno o massimo due quartieri diversi, proprio per goderci appieno ogni luogo.

Cibo finto esposto nelle vetrine dei ristoranti.
Shibuya e Harajuku sono posti spettacolari, giovani e pieni di vita, dove potete dedicarvi allo shopping o anche solo a camminare attraverso i negozi di abbigliamento più strani e le vie più affollate di Tokyo.
Akihabara è il paradiso degli otaku, con i vari negozi di elettronica, manga café, action figure, sale giochi…

La Game Taito Station, un edificio dedicato ai videogiochi, ai claw crane e altro ancora.
Asakusa, che viene definita la zona più antica di Tokyo, dove immergersi nell’atmosfera dei templi.
Ueno, dove non solo si trova lo zoo, ma anche Ameyoko, una delle vie di shopping tradizionale più belle e caratteristiche dove comprare cibo e abbigliamento a prezzi stracciati.

Ameyoko di sera
Nakano, il quartiere dove si trova Mandarake, altro paradiso per veri nerd dove trovare reliquie e action figure rarissime.
Odaiba, l’isola artificiale meta dei giovani per lo svago grazie ai suoi parchi divertimento come il Sega Joypolis.

Il Rainbow Bridge a Odaiba
Oltre a tutto ciò abbiamo anche visitato il Museo Ghibli, il palazzo imperiale e la Tokyo Tower.
Insomma, abbiamo cercato di visitare tutto ciò che ci attirava e di divertirci il più possibile, anche perdendoci a volte, ma non per questo godendoci di meno la vacanza, anzi!
Ci siamo ritrovati in un locale che forse non saprei più ritrovare a farci offrire del whisky da un impiegato giapponese, ci siamo fatti dei selfie con dei ragazzi in un parco, abbiamo mangiato sushi in una baracchetta vicino al ryokan gestita da due vecchine simpatiche…
Quello che sto cercando di dirvi è che, come per tutti i viaggi, se lascerete un po’ di spazio all’improvvisazione avrete delle esperienze migliori proprio perché inaspettate!
Tuttavia è importante avere una guida che vi mostri come orientarvi e darvi una mano a organizzare il vostro viaggio, soprattutto se non sapete parlare il giapponese: è per questo che io e Davide abbiamo deciso di creare Dreaming Japan, per poter dare a tutti la possibilità di vivere il sogno giapponese.
Concludo qui e vi invito a visitare il nostro sito se vi è venuta voglia di andare in Giappone, come a me… per l’ennesima volta!
Ciao e a presto!
Immagine inizio articolo: Elena Gurzhiy, immagine ryokan: Kyle McDonald
2 commenti
4 Giugno 2017
Chissà come mai la mancanza dell’armadio in albergo… sembra una cosa così semplice da inserire
24 Luglio 2017
La società giapponese è frugale per elezione e per vocazione. La famiglia media possiede molto meno di quanto non avvenga da noi e ciò che possiede, è di veloce consumo (il cibo, i coffee shop, la minuscola elettronica di consumo eccetera). L’impiegato medio possiede uno/due paia di scarpe da ufficio, spesso una sola cravatta e un paio di abiti più o meno uguali. Ciò che serve alla sopravvivenza si trova nella strada, nel mondo “di fuori”. Un armadio è poco congruo in una stanza d’albergo che non sia pluristellato. Semplicemente non c’entra (e non solo in senso volumetrico!). Altrimenti perché esisterebbero i “capsule hotel”?