Colori nella lingua e cultura cinese (seconda parte)

Eccoci ad un nuovo appuntamento sulla lingua cinese. In questo articolo Bai Jiali ci parlerà del significato associato ai colori fondamentali per la cultura cinese.
Ciao a tutti! Dopo secoli che non pubblico articoli, mi rifaccio finalmente vivo.
Non potendo pretendere che vi ricordiate a menadito l’ultimo articolo che ho scritto (lo trovate qui), vi faccio un piccolo riassunto di quello di cui si aveva parlato.
La cultura cinese è fortemente legata alla numerologia: i numerosi elenchi numerati, che raggruppano elementi di varie categorie, ne sono la testimonianza. Abbiamo così le “quattro stagioni”, le “quattro direzioni” (o punti cardinali), le “cinque relazioni umane” (tra coniugi, tra amici, tra padre e figlio, tra re e suddito e tra fratelli), e molte altre… Molto spesso viene usato il numero 5, importante nella cultura cinese come il 7 per noi.
Siamo passati poi a leggere un passaggio del “Classico dei tre caratteri” (三字经), testo dedicato all’istruzione dei bambini in epoca imperiale. C’è un passo in cui, parlando dei sensi, si arriva a menzionare il colore.
Lo riporto qui, con traduzione:
“青赤黄,及黑白。此五色,目所识。”
“Qing, chi, huang, e poi heie bai. Questi sono i cinque colori noti all’occhio”.
Avevamo terminato chiedendoci cosa significassero questi colori nella lingua e nella cultura cinese.
Bene, adesso passerò ad analizzarli uno per uno.
Qing (青)

Partiamo con quello che probabilmente è il carattere più particolare di tutti! Come nella lingua giapponese, anche in quella cinese questo carattere rappresenta un concetto molto difficile da tradurre.
Il colore con cui noi renderemmo spesso questo termine è il blu, o l’azzurro: si parla per esempio di 青天 (cielo azzurro), termine molto ricorrente nella poesia classica. Ma 青 può essere tradotto anche con “verde“: 青菜 sono le verdure, mentre 青山 sono le colline, le “montagne verdeggianti”.
Per estensione 青 viene a identificare ogni colore freddo, quindi anche il grigio o il nero. Quest’ultimo significato lo prende principalmente in certe terminologie specialistiche: 青马, “cavallo nero”, è una particolare razza di cavalli.
青 inoltre, proprio come in giapponese, porta con sé un’idea di acerbo, di non ancora compiuto: 青年 e 青春 significano entrambe “giovinezza”, la seconda espressione associa anche l’idea di 春, di primavera.
Nella tradizione numerologica cinese, questo colore è associato al punto cardinale ovest e all’elemento del Legno, nonché alla primavera, la stagione in cui crescono i fiori. Quando una dinastia adottava questo elemento, gli ornamenti ufficiali erano proprio di colore azzurro.
Con il tempo e l’influenza della lingua parlata, questo termine è diventato obsoleto, sopravvivendo solo in espressioni fisse, e altri caratteri vengono usati al suo posto: 绿 è il carattere moderno per “verde”, mentre 蓝 è il colore blu.
Chi (赤)

Come nella lingua giapponese, questo carattere significava rosso, senza alcun significato particolare per noi italiani.
Essendo associato al colore Fuoco, rappresenta la distruzione che porta a una nuova rinascita, come la cenere che, generatasi dalla legna bruciata, dà vita a nuove piante. Il suo segno cardinale corrispondente è il Sud, e come stagione l’estate.
È il colore associato al principio positivo Yang (阳), e in politica corrispondeva a un periodo di espansione e commercio.
Anche questo carattere, col passare del tempo, è stato sostituito dal vernacolare 红, ma resta in molte espressioni fisse e, al pari di 青, è un carattere molto usato. Per esempio 赤道, che significa “equatore” (“la via rossa”), in opposizione a 黄道 l’eclittica, ossia la linea celeste percorsa dai pianeti (letteralmente “la linea gialla”). Con l’avvento del regime di Mao Zedong, ha preso il significato di “comunista” in molti termini, come 赤色政权 (regime rosso, quindi comunista).
Huang (黄)

Dopo aver visto due colori per certi versi estremi, l’uno associato al fuoco, al Nord, e l’altro al suo opposto, arriviamo al colore centrale fra i cinque, ossia il giallo. Il giallo, che è associato anche con il Centro (a differenza degli altri colori, associati a punti cardinali) e la Terra, rappresenta la totalità, ciò che contiene tutto il resto.
Non a caso spesso è usato in riferimento alla corte imperiale, e uno dei leggendari fondatori della Cina è proprio Huangdi (黄帝, omofono di 皇帝 imperatore, l’Imperatore Giallo). In generale, il colore giallo si associa con la stabilità e l’equilibrio, valori molto importanti nella cultura cinese. Non a caso non è associato a nessuna stagione in particolare, ma al cambiamento dinamico tra un periodo e l’altro.
Attenzione però: i “libri gialli” (黄书) non sono romanzi polizieschi come in Italia, bensì romanzi erotici! Questo perché al colore giallo si associa anche la lascivia. Non so il perché, ma potrebbe essere perché il colore del manto delle volpi, figure per eccellenza della seduzione femminile, è proprio di questo colore.
Hei (黑)

Hei è il nostro nero, rappresenta un antico camino, riferendosi alle ceneri che derivano dal processo di combustione.
Il punto cardinale a cui è associato il nero nella numerologia è il Nord e l’elemento è l’Acqua. Essendo associato al freddo, la stagione ad esso corrispondente è l’inverno. Quando una dinastia adottava questo elemento, gli ornamenti ufficiali erano proprio di colore nero.
Questo colore è anche quello associato per eccellenza con il principio negativo Yin (阴), e in politica si traduceva con un governo poco espansivo e portato alla repressione. Fu infatti il colore della prima dinastia cinese, la dinastia Qin che, con il suo regime molto rigoroso, limitava fortemente le libertà individuali, era rappresentato benissimo da questo colore.
Al nero è associata spesso una connotazione negativa, proprio come nella lingua italiana. Alcuni esempi: 黑店 “negozio nero”, che vuol dire “bettola, catapecchia”, 黑客 (“hēikè”), oltre che essere una sommaria trascrizione dell’inglese “hacker”, significa anche “ospite nero”, un ospite indesiderato.
Bai (白)

Bai è il colore bianco, che in Cina è spesso simbolo di purezza, ma anche di morte: quest’ultimo significato è stato probabilmente importato dall’India tramite il buddhismo. Molti lo vedono anche come un colore sfortunato: l’astro del Metallo (金星), cioè Venere, è spesso visto come un brutto presagio.
Al bianco è infatti associato il Metallo, la stagione corrispondente è l’autunno e il punto cardinale è l’Ovest.
Questo è tutto quello che so sui colori nella cultura cinese. Sicuramente c’è altro da dire, ma queste sono le cose essenziali.
Spero che l’articolo vi sia piaciuto! Se avete suggerimenti o domande scrivete pure un commento, ci rivediamo a settembre!
Questo guest post è stato scritto da Bai Jiali.
La sua passione per la Cina è nata leggendo “Viaggio in Occidente”. Dopo aver approfondito la letteratura e la cultura di questo paese, ha deciso di dedicarsi allo studio del cinese.
Immagini: coniferconifer, Pohan, Thomas’s Pics, Tanaka Juuyoh, Kevin Dooley, Matthias Rhomberg
3 commenti
4 Maggio 2016
ho letto il libro dei tre caratteri nella traduzione italiana di Paola Zamperini, ma non ho trvato alcun riferimento ai cinque colori. Tu in che testo lo hai trovato?
30 Maggio 2016
Ciao, e scusa se non ti ho risposto subito!
Il ‘Testo dei Tre Caratteri’ non ha un’unica versione ufficiale, e se ne sono succedute molte nel tempo; addirittura, in epoca repubblicana c’erano delle aggiunte alla parte storica che riguardavano il presidente Mao!
In ogni caso, io quei caratteri non li ho presi da un libro, ma da un video recitato su YouTube che ora, purtroppo, non c’è più.
In effetti in alcuni testi in Rete dei cinque colori non si parla, come in questo:
http://www.dfg.cn/gb/zhhy/whdc/04-sanzijin.htm
eppure in altri sì:
http://www.duguoxue.com/sanzijing/35_2.html
è possibile che quello senza i colori (e gli animali, e altre cose) sia il testo più antico, e che quindi la traduttrice italiana si sia rifatta a quello ^_^
30 Maggio 2016
E aggiungo che puoi trovare una versione recitata del Classico in questo video, tratto dallo stesso canale del video cancellato:
https://www.youtube.com/watch?v=ORSW81PRfcU
la parte coi colori è a 2:55