Colori in giapponese: 白 (shiro, bianco) e 黒 (kuro, nero)
Ritorniamo ancora una volta ad analizzare i colori nella cultura giapponese. Dopo il rosso e il blu, concludiamo i colori fondamentali del Giappone con il bianco (白・しろ, shiro) e il nero (黒・くろ, kuro).
Il nero ha origine dalla parola 暗い・くらい (kurai: scuro, buio), per questo è associato a tutto ciò che è oscuro come il mistero, la morte, il male. Al contrario il bianco è associato alla purezza, al bene, alla lealtà. I pellegrini indossano abiti di questo colore per rituali di purificazione.
Il bianco ha la sua origine da 白し・しろし (shiroshi), oltre ad indicare il colore aveva il significato di chiaro, ben visibile. La parola 著しい・いちじるしい (ichijirushii: notevole, distinto…) in origine era いちしるし (ichishirushi), questo しるし shirushi (o しろし shiroshi, la radice è la stessa, cambia solo una vocale) indicava qualcosa di distinto, chiaro. Questo discorso è valido anche per altre parole in giapponese, come 目印・めじるし (mejirushi: segno): quel “しるし” ha lo stesso significato.
Il bianco e il nero ricorrono nei matrimoni tradizionali: lo sposo si veste di nero con delle decorazioni bianche mentre la sposa si veste con un abito bianco.
C’è da dire che entrambi i colori simboleggiano anche il lutto. Il Giappone aveva ereditato dalla Cina la simbologia del bianco come colore del lutto, era il colore utilizzato per gli abiti del funerale. Poi, a partire dal 19° secolo, fu introdotta dall’Occidente l’usanza di vestirsi di nero ai funerali. Il cordoncino della busta delle offerte del funerale, chiamata 香典・こうでん (kouden), è nero e bianco.
Non sempre il nero ha un’immagine così negativa, è associato anche alla lealtà (come il bianco) o ha altri significati che ha preso con il tempo come la serietà, l’eleganza o il lusso. Le divise maschili sono di questo colore per comunicare serietà, il packaging di alcuni prodotti è nero per indicare un prodotto di prima qualità.
Non abbiamo ancora finito: il nero può simboleggiare l’esperienza e il bianco l’inesperienza. Nelle arti marziali il nero è il colore della cintura dei maestri, il bianco dei principianti. Ritornerò su questo tema più avanti.
Espressioni e parole
Sono tante le parole formate da questi due colori, vediamo qualche esempio per ognuna. 黒, oltre a riferirsi al colore, indica qualcosa di nascosto, oscuro, sinistro, sporco.
- 黒・くろ, kuro – Nero/Colpevole
- 黒白・こくびゃく, kokubyaku – Giusto (白) e sbagliato (黒), il bene e il male
- 暗黒・あんこく, ankoku – Oscuro, tenebroso
- 黒板・こくばん, kokuban – Lavagna
- 黒星・くろぼし, kuroboshi – Sconfitta
- 黒子・くろこ, kuroko – Assistente di scena vestito di nero nel teatro kabuki (non conosco l’opera, ma credo che anche il manga 黒子のバスケ possa essere interpretato con qualcosa di “nascosto” “dietro le quinte”)
- 腹黒い・はらぐろい, haraguroi – Malvagio
- 黒いうわさ, kuroi uwasa – Una diceria sinistra, scandalosa
白 ha significati opposti al nero, indica qualcosa di buono, innocente, pulito e, come abbiamo visto, conserva il significato originario di distinto, netto, preciso.
- 白・しろ, shiro – Bianco/Non colpevole, innocente
- 告白・こくはく, kokuhaku – Confessione, dichiarazione
- 空白・くうはく, kuuhaku – Spazio bianco, vuoto
- 白紙・はくし, hakushi – Foglio bianco
- 白星・しろぼし, shiroboshi – Vittoria
Mentre scrivevo questo articolo mi sono chiesta se le due parole 玄人・くろうと (kurouto: esperto) e 素人・しろうと (shirouto: dilettante) hanno a che fare con i due colori. Iniziano con くろ (kuro) e しろ (shiro), proprio come la lettura dei due colori, pur non condividendo gli stessi kanji. Tutto ciò non è una coincidenza, dopotutto abbiamo visto che tra i significati figurano l’esperienza e l’inesperienza.
Si dice che nel periodo Heian si utilizzasse la parola 白人 (しろひと, shirohito) per indicare gli artisti che non avevano molta esperienza, perché avevano il viso dipinto di bianco. Con il tempo il kanji cambiò in 素 (banale, ordinario) per indicare qualsiasi persona senza esperienza.
Di significato opposto è la parola 黒人 (くろひと, kurohito), indica una persona esperta, diventata con il passare del tempo 玄人. Il kanji 玄 è una sfumatura del nero tendente un po’ al rosso, in diverse parole indica qualcosa di “profondo”, in alcuni casi una “profonda comprensione”.
È lo stesso kanji contenuto in 玄関 (genkan), entrata. Generalmente con questo termine si indica l’entrata di una casa, in origine 玄関 era usato per indicare le entrate dei templi. Non era riferito al colore nero ma all’altro significato: 玄関 era l’entrata per una “via ancora più profonda”, per arrivare all’illuminazione.
C’è ancora un’altra versione sull’origine di 玄人 e 素人: nel gioco del Go i giocatori esperti utilizzavano le pedine nere, quelli meno bravi le pedine bianche. Anche questa è un’interpretazione interessante!
Spero che questo articolo ti sia piaciuto. Hai qualcosa da aggiungere sui colori bianco e nero nella cultura giapponese? Lascia un commento!
Immagini: Imahinasyon Photography, trendscout::, luis de bethencourt, Wikimedia
Fonti: Chiebukuro, Wikipedia, 語源由来辞典, 黒
3 commenti
8 Luglio 2018
Ma quando scrivi 白し hai scritto shirashi e l’hai riscritto in しろし
Ti sei confusa te o mi sbaglio io?
Scusami se non ti ho dato del lei :)
9 Luglio 2018
Errore di battitura, è shiroshi.
13 Marzo 2024
Su esperto e dilettante: nelle arti marziali, il novizio riceveva una cintura bianca. Questa non veniva mai cambiata e col tempo si scuriva fino a diventare nera. Per questo gli esperti hanno la cintura nera. La gradazione di colori che abbiamo nella nostra convenzione moderna è un richiamo a questa tradizione. Non sapevo che questa concezione fosse così radicata anche nelle parole!