Dire sì e no in giapponese
Può sembrare un tema banale da trattare, in realtà la questione è un po’ più complicata del previsto. Vedremo in questo articolo che non si tratta di conoscere solo la traduzione di sì e no in giapponese, ma anche il loro uso.
E aggiungerei anche il loro inutilizzo, dato che in certi casi è preferibile dare risposte più indirette. Spesso la risposta può essere incomprensibile a chi non è giapponese!
Prima di tutto vediamo i vari modi che corrispondono a sì e no.
Diversi modi per dire sì e no
Se studi già da un po’ di tempo il giapponese saprai che la lingua fa distinzione tra linguaggio colloquiale e non colloquiale, attraverso la forma piana e la forma -masu dei verbi, ma anche con l’uso di determinate parole. D’accordo, in realtà è un aspetto che riguarda anche l’italiano, in contesti più formali si ricorre a un vocabolario più ricercato, ma non nei diversi modi per dire sì e no.
Senza dubbio はい (hai) è una delle prime parole che si impara in un corso e significa “sì”, ma non è questo il suo unico uso: può essere usata per rispondere a una chiamata o per attirare l’attenzione.
A: 田中さん。(Tanaka-san) – Il signor Tanaka.
B: はい。(hai) – Eccomi/Arrivo/Presente.
はい、どうぞ。(hai, douzo) – Ecco, a lei/prendi/prenda (detto quando si sta offrendo qualcosa )/Sì, prego (per dare un permesso).
Con il significato di “sì” il suo uso è limitato a contesti formali, in genere si preferisce usare ええ (ee) oppure, in contesti ancora più informali, うん (un).
Si possono trovare はい, ええ e うん anche come aizuchi durante le conversazioni, ovvero si usano per indicare all’interlocutore che si sta prestando attenzione a quello che dice. Anche in italiano capita di segnalare la propria attenzione utilizzando di tanto in tanto un “sì”, ma in giapponese si usa molto più spesso, tanto che in certi casi può essere difficile capire (per chi non è giapponese) se はい viene usato come semplice aizuchi oppure se si indica assenso con l’interlocutore.
La controparte di はい è いいえ (iie) ma non significa sempre “no”. Si può usare anche per dire “nessun problema”, “prego”, per comunicare all’altra persona di non sentirsi obbligata a ringraziare o a scusarsi. Puoi anche ripeterla più volte dicendo いいえ、いいえ (più spesso si usa la versione contratta いえいえ).
A: ありがとうございます。(arigatou gozaimasu) – Grazie mille.
B: いえいえ、大丈夫ですよ。(ie ie, daijoubu desu yo) – Nessun problema, è ok!
Un po’ meno formale è la contrazione いえ (ie), ancora più colloquiali sono いや (iya) e ううん (uun).
Quando dire sì e no
Vediamo uno degli aspetti che più possono dare problemi a chi sta imparando il giapponese: quando il sì vuol dire no e viceversa. La cosa importante da ricordare è la seguente: con sì sto dicendo “giusto”, con no sto dicendo “sbagliato”.
Partiamo da un esempio banale:
A: 田中さんは学生ですか。(Tanaka-san wa gakusei desu ka) – Sei uno studente, Tanaka?
B1: ええ。(ee) – Sì.
B2: いえ。(ie) – No.
Nella risposta B1 stiamo dicendo “giusto, lo sono”, in B2 “no, sbagliato”. Fin qui nessun problema, è come in italiano, ma se la domanda fosse in forma negativa?
A: 田中さんは学生じゃないですか。(Tanaka-san wa gakusei janai desu ka) – Non sei uno studente, Tanaka?
Cosa bisogna rispondere per dire “non sono uno studente”? Qualche riga fa ho detto di tenere presente che dicendo sì si conferma la domanda, mentre con no si dice che l’affermazione è falsa. Se la domanda è già negativa allora per dire “non sono uno studente” basta usare はい/ええ/うん (hai/ee/un)! Per semplicità mi sto concentrando solo sulla risposta sì/no, ovviamente nulla vieta di aggiungere ulteriori informazioni alla risposta.
Inutile dire che in italiano si usa un “no” in questi casi, anche se non sempre è chiaro se si intende “vero” o “falso”.
Però non tutte le domande negative funzionano allo stesso modo, si pensi per esempio a un invito. Se si tratta di un invito che vogliamo accettare allora si risponde esattamente come faremmo in italiano, anche se il verbo della domanda è in forma negativa:
A: 映画を見に行きませんか。(eiga wo mi ni ikimasen ka) – Non andiamo a vedere un film?
B: ええ、行きましょう / ええ、いいですね。(ee, ikimashou/ ee, ii desu ne) – Sì, andiamo/Sì, va bene.
È difficile inserire in una categoria precisa quelle domande che hanno un senso positivo, come le seguenti frasi d’esempio:
ねえ、このぬいぐるみ、かわいくない?(nee, kono nuigurumi, kawaikunai?) – E questo peluche, non è carino?
あの人は田中さんじゃないですか。(ano hito wa Tanaka-san janai desu ka) – Quella persona non è Tanaka?
In questi casi si capisce che chi parla sta facendo una congettura o comunque il senso della domanda è positivo, in casi come questi eventuali risposte sarebbero esattamente come l’italiano:
A: ねえ、このぬいぐるみ、かわいくない?(nee, kono nuigurumi, kawaikunai?) – E questo pupazzo, non è carino?
B: うん、かわいいよね。(un, kawaii yo ne) – Sì, è carino!
A: あの人は田中さんじゃないですか。(ano hito wa Tanaka-san janai desu ka) – Quella persona non è Tanaka?
B: いえ、違いますよ。(ie, chigaimasu yo) – No, ti sbagli. (違う, chigau: essere diverso, sbagliato).
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Alternative a sì e no
Abbiamo visto vari modi per dire sì e no e come funzionano, ma spesso si preferisce usare altre espressioni più indirette. Specialmente non sta bene rifiutare un invito con un secco “no” o esprimere in modo diretto l’impossibilità di portare a termine qualcosa sul lavoro. Vediamo qualche esempio.
ちょっと (chotto) – Una parola il cui significato principale è “un po’”, viene usata in vari contesti. Per rifiutare una proposta in modo gentile e indiretto spesso si usa la parola ちょっと. Non c’è nemmeno bisogno di spiegare la ragione per cui non puoi fare qualcosa, il solo pronunciare questa parola fa capire immediatamente che la risposta è no… senza dirlo direttamente! Senza dubbio è un’espressione molto giapponese! Per approfondire ちょっと ti consiglio di leggere questo articolo.
A: 明日、映画館に行かない? (ashita, eigakan ni ikanai?) – Non verresti al cinema domani?
B: 明日はちょっと… (ashita wa chotto) – Domani purtroppo…
A: あのう、すみません、ちょっといいですか。(anou, sumimasen, chotto ii desu ka) – Ehm, mi scusi, avrebbe un attimo di tempo?
B: う〜ん…今、ちょっと… (uun… ima, chotto) – Uhm, ora è un po’… (anche senza concludere la frase il parlante fa capire che non è disponibile in questo momento.
Notare che う〜ん in questo caso non significa no, ma è un’interiezione che mostra il fatto che si sta pensando, simile a uhm o hmm.
いい (ii) – Questo aggettivo molto comune è anche un modo usato per dire “ok” oppure “no” di fronte a una proposta, per esempio se ti viene offerto qualcosa puoi usare いいです per dire “sono a posto così” come corrispondente di “no, grazie”. Trovi degli esempi relativi a いい in questo altro articolo.
難しい (muzukashii) – Altro aggettivo molto comune in giapponese, significa “difficile”. Non sorprenderà sapere che anche questo si trova usato per dire no in modo indiretto. Un esempio:
そうですか… 難しいと思うんですよ。(sou desu ka… muzukashii to omoundesu yo) – Ah sì? Credo sia difficile (venire incontro alla richiesta, ovvero la risposta è “no”).
Questi non sono altro che pochi esempi di possibili risposte indirette in giapponese. Queste son tra le più comuni e le più facili da individuare, altre son sicuramente più difficili da individuare per chi non è giapponese. Ti capiterà di sicuro di incontrare dei modi molto eleganti e contorti per dire “no”!
Spero che l’articolo ti sia piaciuto e alla prossima!
Immagine: irasutoya
Fonti articolo: Wasabi
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