Dialetti giapponesi (+ 4 esempi di anime in dialetto)
Quando si è all’inizio dello studio del giapponese sembra che in ogni parte del Giappone sia parlata la stessa identica lingua. Invece, proprio come accade in Italia e in altri paesi del mondo, la lingua può variare a seconda della zona, dando vita ai dialetti.
Anche alcuni anime, per sottolineare maggiormente l’ambientazione, ricorrono all’utilizzo massiccio di dialetti. Assieme alle caratteristiche dei dialetti più conosciuti, per curiosità vedremo anche quali sono gli anime parlati completamente in dialetto.
Prima di tutto vediamo la mappa del Giappone per capire meglio i dialetti esistenti.
Il Giappone è diviso in quattro grandi isole: Hokkaido (北海道), Honshuu (本州), Shikoku (四国) e Kyuushuu (九州). Non è segnato sulla cartina ma l’Honshuu è l’isola centrale più grande. Puoi vedere che grande varietà di lingue differenti ci sono in Giappone. In giapponese la parola per dialetto è 方言・ほうげん (hougen), ma quasi tutti i dialetti hanno come suffisso 弁・べん (ben).
Il dialetto dell’Hokkaido
In Hokkaido (北海道) il dialetto parlato è l’北海道弁 (Hokkaido-ben), ma non solo: viene anche parlato l’ainu, una lingua a rischio di estinzione. Gli ainu sono un popolo che abitavano proprio in Hokkaido, di cui ormai stanno scomparendo gli usi e i costumi.
Il dialetto è caratterizzato dall’utilizzo di っしょ (ssho) al posto di よね (yone) o でしょう (deshou), per esempi 行くっしょ (ikussho).
Chise e Shuji di “Lei, l’arma finale” (最終兵器彼女) parlano in questo dialetto.
Il dialetto del Tohoku
Il Tohoku (東北) è la parte nord dell’Honshuu. Il dialetto parlato 東北弁 (Tohoku-ben) è così diverso dal giapponese standard che a volte viene sottotitolato nei programmi tv per quanto è difficile da capire.
La caratteristica principale del dialetto è quella di cambiare il suono delle consonanti, ad esempio le k diventano g, le vocali i e u sembrano pronunciate alla stessa maniera. Lo stesso suono g è molto simile al suono ng inglese. Senza contare come questo dialetto cambi da zona a zona nel Tohoku. Il dialetto più difficile da imparare!
Il dialetto del Kanto
Il Kanto (関東) è la zona in cui si trova Tokyo, quindi si tratta del giapponese standard che si ascolta normalmente in tutti i media giapponesi e che viene insegnato nelle scuole.
Si è anche formato una sorta di “dialetto di Tokyo”, utilizzato spesso anche negli anime e manga: ad esempio じゃない (janai) diventa じゃねえ (jaanee), すごい (sugoi) diventa すげえ (sugee) e così via. La maggior parte degli slang dei diversi anime, manga e altro siano proprio di Tokyo, non vale la pena di citare qualche esempio perché ti sarà già capitato di sentirlo!
I dialetti del Kansai
Il Kansai (関西) è la zona sud-ovest del Giappone che comprende anche Osaka. A Osaka e dintorni si parla molto il dialetto 大阪弁 (Osaka-ben) e non solo: negli anime c’è sempre almeno un personaggio che parla in questo modo, per esempio il personaggio di Osaka di Azumanga Daioh (soprannominata Osaka proprio per la città di provenienza).
Molto spesso l’Osaka-ben è associato alla comicità dato che molti comici provengono da Osaka, come quelli di Gaki no Tuskai.
Alcune parole tipiche sono あかん (akan), che è il corrispondente del giapponese standard ダメ (dame), oppure l’uso di へん (hen) al posto di ない (nai) nei verbi negativi, ad esempio: 行かない (ikanai)ー>行かへん (ikahen).
Lovely Complex (ラブ★コン) è un anime completamente parlato in questo dialetto.
La differenza di altezza tra i due protagonisti, Koizumi Risa (172 cm) e Ootani Atsushi (156 cm) sono la fonte dei momenti comici dell’anime, tanto da essere soprannominati All Hanshin Kyojin (オール阪神・巨人) come il duo di comici giapponesi.
Non è un anime perfetto, ma devo dire che è divertente da guardare grazie alla simpatia dei due personaggi, reso ancora più divertente dalla parlata di Osaka. Il problema è la ripetitività, lo sentita soprattutto nella parte centrale dell’anime.
Peccato non aver lasciato un po’ di spazio ai personaggi secondari, rimangono di sfondo e non vengono approfonditi più di tanto.
Se il Kansai-ben spesso è associato a personaggi comici, in “Una tomba per le lucciole” (火垂るの墓 – hotaru no haka) abbiamo uno dei pochi esempi in cui non lo è.
Ho trovato azzeccata la scelta di far parlare tutti i personaggi in dialetto, ben inserito nel contesto storico in cui si trovano i protagonisti della storia. Pare che siano stati utilizzati anche vocaboli dell’epoca per renderlo più verosimile.
Indipendentemente se preferirai guardarlo in italiano o in giapponese è da vedere, un grandissimo film d’animazione, ti rimando alla recensione pubblicata nel blog.
Anche se Kyoto si trova nel Kansai, il dialetto differisce un po’ da quello di Osaka. Viene considerato elegante e usa molte espressioni formali.
C’è un anime che fa largo uso di Kyoto-ben (京都弁), intitolato Inari, Konkon, Koi iroha (いなり、こんこん、恋いろは).
Fushimi Inari (sì, è davvero il nome della protagonista!) è innamorata del suo compagno di scuola Tanbabashi Kōji. Un giorno, dopo aver salvato un cucciolo di volpe, viene accolta dalla dea del tempio Uka-no-Mitama-no-Kami e concederà ad Inari il potere di trasformarsi in qualunque essere umano.
Avendo visto solo una puntata non posso dire più di tanto, non mi è dispiaciuto ma non mi ha colpito particolarmente, nella media direi. Abbastanza divertente ma non mi è piaciuto il design troppo moe…
I dialetti del Kyuushuu
I dialetti della zona più a sud del Giappone sono praticamente incomprensibili alla maggior parte dei parlanti giapponesi. Il Kyuushuu-ben, oltre ai diversi vocaboli, è caratterizzato da una diversa pronuncia delle vocali. Ad esempio la -i alla fine degli aggettivi si trasforma in -ka (寒い samui, freddo, diventa 寒か samuka),
Nell’anime Sakamichi no Apollon (坂道のアポロン) si parla in Kyuushuu-ben.
Siamo negli anni ’60: Nishimi Kaoru, a causa della situazione di lavoro del padre, si trasferisce a Sasebo nel Kyuushuu. Qui farà la conoscenza di Kawabuchi Sentaro, un ragazzo con la fama da “teppista” e con la passione per la musica jazz.
La musica è il tema portante dell’anime e, pur non adorando il jazz, ha un’ottima colonna sonora.
L’utilizzo del dialetto, anche in questo caso, è azzeccato: sottolinea non solo il periodo ma quasi “contrasta” con il genere di musica, con un Giappone che è sempre più influenzato dall’Occidente. È un ottimo anime, un po’ diverso dai soliti scolastici.
I più curiosi possono approfondire il Kyuushuu-ben sul sito ufficiale con una serie di video. Bella idea!
Il dialetto di Okinawa
Okinawa (沖縄) e le altre isole dell’arcipelago di Ryuukyuu si trovano molto a sud dal Giappone. Le lingue parlate sono molto diverse dal giapponese standard e vengono definite “lingue ryukyuane”, di cui fa parte anche la lingua di Okinawa (沖縄口/ウチナーグチ/uchinaa-guchi).
In particolare il dialetto di Okinawa (ウチナーヤマトゥグチ/沖縄大和口/uchinaa yamato-guchi) è stato influenzato dalle lingue ryukyuane, dal giapponese standard e anche dall’inglese, vista l’influenza degli americani sull’isola. Diverse inflessioni verbali e parole sono identiche come forma a quelle del normale giapponesi, ma hanno usi differenti. Ci sono anche parole prese in prestito dal giapponese che hanno un significato completamente diverso: un esempio è il verbo “korosu” che in giapponese significa “uccidere”, mentre nel dialetto di Okinawa significa “colpire”.
A causa della standardizzazione del sistema educativo, la lingua di Okinawa e le altre dell’arcipelago vengono parlate sempre meno a favore del giapponese standard, rischiando di scomparire nel giro di poco tempo.
Per approfondire
Questi dialetti elencati non sono che una piccola parte di quelli esistenti in Giappone. Tieni conto che uno stesso dialetto può avere delle differenze tra una località e l’altra, proprio come accade in Italia.
Se vuoi approfondire c’è un ottimo sito che spiega la grammatica e gli elementi di alcuni dialetti. Esiste anche un sito per imparare il Kansai-ben, ha parecchio materiale per fare esercizio!
Naturalmente è più importante imparare il giapponese standard, ma questi siti possono esserti d’aiuto per capire i personaggi che parlano in dialetto. Non è raro trovare personaggi che lo parlano, ad esempio Wataya Arata di “Chihayafuru” parla Fukui-ben, Washima Tomoe di “Hanasaku iroha” parla Kanazawa-ben.
Su Nico Nico c’è una bella lista (solo in giapponese) se ti interessa quali altri personaggi degli anime che parlano in dialetto.
C’è da aggiungere che, se vogliamo fare i pignoli, spesso i doppiatori non sono nativi della zona del personaggio che impersonano, l’accento e l’intonazione non sono perfetti. Altre volte il dialetto viene cambiato leggermente per renderlo facile da capire agli spettatori. Questo è ciò che dicono i giapponesi, non ne so abbastanza per potermi lamentare dell’accento!
Prova a guardare questi anime, non tanto per testare la comprensione di un linguaggio differente, ma per renderti conto quanto capisci del giapponese standard.
Pensi di non capire niente in giapponese? Cambierai idea dopo averli visti. Un buon modo per verificare i propri progressi (purtroppo si dimenticano spesso!)
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Immagini: Tokyo, Mappa, Scontrino Okinawa
4 commenti
23 Giugno 2012
Credevo di aver lasciato un commento ma a quanto pare no XD
Ho trovato il post interessantissimo!
E seguendo uno dei tuoi consigli ho acquistato Remember the Kanji. Il mio inglese è quello che è quindi speriamo in bene XD
Grazie ancora per i post sempre interessanti e utili!
23 Giugno 2012
Bene XD Studiare i kanji è super noioso (io non vedevo l’ora di finire sto benedetto libro!) ma è necessario! Non ti scoraggiare se te li dimentichi in fretta o non te li ricordi tutti, ho notato che dopo la fase RTK, iniziando a leggere in giapponese, si tende di più a ricordare determinati kanji.
Poi beh li dimentico in continuazione, ma dopo aver letto che anche i giapponesi se li dimenticano mi preoccupo meno, anche se mi piacerebbe saperli scrivere bene a mano.
23 Giugno 2012
Eh i kanji sono da sempre il mio tallone d’achille non fanno altro che scappare dalla mia testa XD
Tra l’altro sempre grazie ai tuoi post ho messo qualche podcast in giapponese sul mio ipod per l’ascolto passivo *_* Capisco praticamente niente ed è già tanto se riesco cogliere alle volte il tema di cui stanno parlando XD
E in tema manga alla fine ho preso i primi due numeri di Nihonjin no Shiranai Nihongo \o/
Però vorrei prendere anche il dizionario per i bimbi prima o poi, ho quello elettronico utilissimo da portarsi sempre appresso ma vorrei cimentarmi più avanti con il monolingua *o*
26 Giugno 2012
Una cosa alla volta, prima i kanji poi il resto XD Come ho scritto anche io nel post dei podcast, faccio fatica a capire anche io cosa dicono la maggior parte delle volte, non fartene troppo un problema insomma!
Beh, visto che hai l’iPod (Touch?) potresti prendere l’app che ho recensito un po’ di tempo fa. È sicuramente più comodo che un cartaceo.