Il giardino delle parole – Recensione
Non è facile giudicare questo film, così particolare ma anche così… vuoto. Purtroppo “Il giardino delle parole” non mi ha emozionato come credevo.
L’unico film che ho visto di Shinkai, prima di questo, è “5 centimetri al secondo“, e non è che mi sia piaciuto così tanto.
Probabilmente sono io che non riesco ad apprezzare l’atmosfera poetica che pervade i suoi film? È possibile, però credo sia anche colpa del regista: sembra quasi che voglia farsi apprezzare solo da una cerchia di appassionati, escludendo il resto del pubblico.
È il suo stile e non posso farci nulla: o lo ami o lo odi. Io vorrei fosse solo un po’ più chiaro, non posso immaginare quello che passa per la testa dei personaggi.
Le sue opere mi danno sempre una sensazione di incompiuto. Non mi lasciano niente. Per questo potrei dire che “odio” Shinkai, parte con degli spunti interessanti, con dei disegni favolosi ma alla fine ci trovo il vuoto totale a livello di contenuti.
È come ammirare la bellezza di un quadro senza capire i sentimenti dell’artista. È vero, puoi ammirare un quadro senza comprendere appieno l’artista, ma se conosci i suoi sentimenti e la sua storia lo apprezzi ancora di più. Il problema è uno solo: non riesco a capire cosa vuole comunicare attraverso i suoi film.
Nonostante il fatto che io Shinkai non lo capirò mai, ho cercato di godermi “Il giardino delle parole” senza pregiudizi. Rispetto al precedente “5 centimetri al secondo” è un bel passo avanti.
I protagonisti della storia sono un giovane di 15 anni che sogna di diventare un frabbricante di scarpe, Takao, e una giovane donna di 27 anni, Yukari. I due si incontrano casualmente in un giorno di pioggia in un giardino a Shinjuku. Gli incontri tra di loro si fanno sempre più frequenti nei giorni di pioggia successivi e man mano si apriranno l’uno verso l’altra.
Sanno che possono contare sull’altro per sconfiggere la solitudine. Forse è questa la felicità? – si chiedono i protagonisti. Sono così diversi, non solo per la differenza d’età ma anche di carattere. Lui risoluto a raggiungere il suo obiettivo, lei invece enigmatica e riservata, piena di dubbi su quello che riserva la vita.
Un peccato, perché dalla premessa iniziale molto interessante e poco comune nel mondo degli anime, si arrivano ad alcuni eventi che sostanzialmente mi dicono nulla. Ci sono troppi momenti di vuoto assoluto. Passano mesi senza incontrarsi, perché non approfondirli un pochino di più in questi momenti?
Io apprezzo gli slice of life, con i suoi momenti di calma e gli eventi quasi inutili ai fini della storia, ma non come in questo film. Non ho neanche avuto il tempo di affezionarmi ai personaggi che dopo 45 minuti la fine era già arrivata. La loro caratterizzazione va oltre l’abbozzato di 5 centimetri al secondo, reagiscono e non rimangono in balia degli eventi, ma si poteva fare di meglio.
Si poteva aggiungere anche solo quei 10-15 minuti in più per raccontare qualcosa di più della loro vita, delle loro paure, dei loro problemi, caratterizzarli di più. Non sono riuscita ad empatizzare con nessuno dei due. E non posso neanche dire di essere “insensibile”, visto che di solito mi faccio coinvolgere troppo facilmente dalle storie!
Nonostante il titolo del film, e come da tradizione giapponese, sono i silenzi a dominare la scena. Di significativo c’è il bellissimo tanka che fa da tema principale della storia, tratto dal Man’yōshū:
鳴神の Il Dio del tuono
少し響みて riecheggia appena
さし曇り il cielo si rannuvola
雨も降らぬか forse sta per piovere
君を留め così ti fermerai鳴神の Il Dio del tuono
少し響みて riecheggia appena
降らずとも anche se non piove
我は留まらむ mi fermerò
妹し留めば se tu resti
Shinkai narra molto di più attraverso le immagini. Bellissima l’atmosfera generale data dalla pioggia, ad accentuare ancora di più lo stato d’animo dei personaggi, la malinconia e la solitudine.
Se c’è una cosa che non posso criticare del film sono proprio i disegni, stupendi e meravigliosi. Ed è questo l’unico motivo per cui consiglio di vedere “Il giardino delle parole”, per i minuziosi dettagli del giardino e del quartiere di Shinjuku, a Tokyo.
Per il resto non ci vedo poesia, la vedo come un’altra occasione sprecata da parte di Shinkai. Non sono riuscita a immedesimarmi nei personaggi, mi sembra di aver fatto semplicemente da spettatore.
Avrei voluto aggiungere qualcosa di più sullo svolgimento della trama ma, visto che c’è poco da dire, finivo per raccontare l’intero film e rovinare la visione a chi ancora non l’ha visto.
Pur essendo i sentimenti la cosa più importante, non ho provato assolutamente niente. Il film è riuscito a metà ed è un vero peccato: le premesse per un capolavoro c’erano tutte. Rimane incompleto e con una trama che poteva svilupparsi meglio.
E tu hai visto “Il giardino delle parole”? Cosa ne pensi?
Immagini: © Shinkai Makoto
27 commenti
23 Maggio 2014
Condivido quasi del tutto la tua visione dell’opera nello specifico, e di Makoto Shinkai in generale. Non mi spingo a dire che lo odio, ma i suoi film mi fanno rabbia, questo è certo. Forse questo è il suo lavoro più riuscito, dai tempi di 5 Centimetri al secondo ha fatto progressi evidenti, ma le sue sceneggiature hanno sempre qualcosa che manca, non so definirlo, ma lo percepisco a ogni visione, quando alla fine sento solo quella sensazione di vuoto e incompletezza di cui parli anche tu.
Avrebbe potuto fare un film un po’ più lungo e raccontare meglio i personaggi, ma non sono certa che sarebbe stato sufficiente. Credo abbia una sensibilità che non colgo del tutto, che nelle sue sceneggiature manchi sempre quel pizzico in più che lo renderebbe un ottimo autore, invece rimane sempre sull’uscio e non si spinge mai a realizzare i capolavori che sarebbero nelle sue corde, se magari collaborasse con qualcuno in fase di scrittura.
23 Maggio 2014
In effetti “odio” è una parola troppo forte, anche perché non ho niente contro di lui ci mancherebbe XD Però dava meglio l’idea!
Ha una certa sensibilità e capacità per fare molto di meglio e questo mi spiace.
In effetti collaborare con qualcuno potrebbe essere un’ottima soluzione. Però visto che i suoi film piacciono già così a (quasi) tutti non penso farà collaborazioni…
EDIT: Mi rendo conto che forse ci sono andata un po’ pesante nella recensione, più del mio solito!
24 Maggio 2014
Io non l’ho visto, a parte qualche scena dal trailer prima di ‘La principessa Mononoke’. Condivido quello che dici sui disegni, però: sono davvero belli!
Un mio amico l’ha visto e anche a lui non è piaciuto molto.
Ma davvero è così fastidioso, come autore? xD
24 Maggio 2014
Sì e no, mi da solo fastidio il suo modo di fare “troppo fumoso”: non riesco a capire che cosa mi vuole comunicare! Questo è quello che penso io, altri lo elogiano e riescono a capire perfettamente il suo modo di pensare. Sarò io che la penso in modo sbagliato? XD Non so, ammetto che mi hanno sopreso tutte le recensioni positive. Che poi dai, non è così male, c’è molto molto di peggio (e tu lo sai a cosa mi riferisco!)
24 Maggio 2014
Fiuuu meno male che non sono l’unico a non essersi emozionato guardando “5 centimetri al secondo”, mi sentivo davvero una brutta persona: bellissimi disegni, ma privo di contenuti! Non ho ancora visto il giardino della parole, cercherò di rimediare al più presto!
24 Maggio 2014
Rimedia rimedia, sono curiosa di sapere cosa ne pensi :) Anche io leggendo tutte queste recensioni positive mi sono chiesta se sono io quella fuori dal coro e insensibile. Eh, sarò anche io una brutta persona!
25 Maggio 2014
@Federica
Sì, penso di capire cosa intendi: il fastidioso è che il film potrebbe (quasi) essere bello, solo che manca quel guizzo che lo fa passare da un lavoro mediocre a uno ben fatto.
E’ un po’ come mi sono sentito io dopo ‘La collina dei papaveri’, di cui non dico di più, per non anticipare il mio (molto) futuro articolo.
Intendevi una cosa del genere?
Le opere schifose, come *tusaibenissimodicosastoparlando*, invece, fanno solo ridere, e non ti aspetti mai che diventino belle!
26 Maggio 2014
Esatto, c’è quel di più che manca, più mi vedo altre sue opere più noto lo stesso difetto, oltre al fatto che non riesce a distaccarsi dagli stessi temi. Sembrano un po’ fotocopia di uno e dell’altro, solo con personaggi diversi. E nemmeno i personaggi riescono a schiodarsi da semplice macchiette, non riescono ad essere così reali.
25 Maggio 2014
Direi che ci ho messo davvero poco a rimediare alla mia mancanza: me lo sono sparato questo pomeriggio. Che dire, i progressi rispetto a “5 centimetri al secondo” ci sono e si vedono, partendo da un’idea di base molto interessante: inoltre già che i protagonisti non stanno ad aspettare come bambolotti, segna un punto a favore!
E anche stavolta, l’opera è un piacere per gli occhi: sfondi stupendi, anche se il contrasto con i personaggi mi dà un pochino fastidio!
Ma per il resto, non vi è molto altro da dire: avrei preferito una caratterizzazione dei due protagonisti più profonda (e in 46 minuti si può fare eccome), tagliando un pochino quelle scenette di vita quotidiana con la musica in sottofondo, in modo anche da poter empatizzare con loro! Mi è venuta una gran curiosità però adesso: recupererò le altre opere di Shinkai!
Mi scuso per il discorsone e concludo con un dubbio: ma in Giappone ci sono i tornelli per entrare nei parchi? E cosa s’inserisce per passare? .
26 Maggio 2014
Sai che anche io ho iniziato a guardare altre sue opere? Ieri mi sono vista “Hoshi no Koe” ed è in pratica un “5 centrimetri al secondo” con una ambientazione sci-fi. Non boccio del tutto l’opera perché fare quasi tutto da solo non è assolutamente facile, però c’è sempre lo stesso tema della lontananza. Dovrebbe trattare altri temi ma proprio non riesce…
Non te lo so dire con certezza, ma penso che valga per i parchi a pagamento come quel parco di Shinjuku. Per entrare basta pagare l’entrata.
27 Maggio 2014
Scusatemi, ma mi trovate totalmente in disaccordo su tutto ciò che è stato scritto. Ho scoperto 5cm al secondo perchè mi è capitato di sentire su youtube la canzone di questa animazione in maniera totalmente casuale, e mi ha spinto poi a vederla… e l’ho guardata senza sapere chi fosse Makoto Shinkai.
Sia 5cm al secondo che il giardino delle parole (in un lasso di tempo molto rosicato per un’animazione), hanno un’intensità fortissima, dei sentimenti vissuti in maniera estremamente pura e coinvolgente.
In 5cm al secondo trovo molto significativo come Shinaki trasmetta la purezza di un amore vissuto da due persone, un amore talmente puro e compreso che è difficile, se non impossibile da lasciare,. Tanto intenso, che in qualsiasi modo il protagonista cerca di rimanerci attaccato, non vede niente al di la di questa ragazza, perchè non vuole rassegnarsi al fatto che ormai quell’amore potrebbe essersene andato per sempre.
Nel secondo, il giardino delle parole, cito il tuo giudizio Federica “Sanno che possono contare sull’altro per sconfiggere la solitudine. Forse è questa la felicità?”.
Per il mio punto di vista (e scusami se la risposta risulta troppo “rude” ma non riesco a trovare delle parole con la giusta “morbidezza”) non è quello che vorrebbe trasmettere l’autore, o che almeno ha trasmesso a me questa animazione.
Da un lato viene vissuto un amore, un amore irraggiungibile, vissuto da un ragazzino di 15 anni nella maniera più pulita in cui questo amore potrebbe essere vissuto. Dall’altro lato c’è l’insicurezza di una giovane donna che per diversi motivi ha perso le sue certezze nella vita, e questo l’ha spinta a non mettesi più in gioco, non rischiare più… finchè non incontra un ragazzino che le ridà questa voglia di vivere e rimettersi in discussione….
Spesso non sono molto bravo ad esprimere quello che voglio dire, comunque mi sono informato poi su Makoto Shinkai, e ho visto molti scrivere di lui come “un poeta che anima le proprie poesie”. Beh credo che sia proprio la cosa più giusta che si possa dire.
A me ha lasciato veramente sbalordito, sono rimasto senza parole davanti all’immensità di queste animazioni, e onestamente sono dispiaciuto nel leggere solamente elogi per il reparto disegni/ambientazione, e sminuire così tutto il resto, dicendo che non ci sono caratterizzazioni dei personaggi e che viene percepita anche la sensazione d’incompiuto dovuta anche a una non adeguata lunghezza dei cortometraggi, quando in 40min./1h c’è un’intensità veramente impressionante.
28 Maggio 2014
Innanzitutto ti ringrazio per il commento davvero lungo e articolato! Anche se non sono totalmente d’accordo ho apprezzato molto la tua analisi.
Quello che dici è vero, il tema principale è quello dell’amore irraggiungibile, proprio come lo era in “5 centimetri al secondo” (e prima ancora in “Hoshi no Koe”), però io la vedo anche come ricerca della felicità. I nostri due protagonisti sono insicuri del loro amore, dei loro sentimenti, ed è anche per questo che si chiedono se è quella la felicità.
Comunque devo ammettere che non sono riuscita a cogliere tutto quello che dice Shinkai e un po’ invidio chi riesce a capirlo così bene :/ Quello che manca è proprio il fatto che non riesce a trasmettere quello che vuole dire, difatti c’è chi lo capisce e chi no. E dubito che si tratti di sola insensibilità, caratteristica che a me, sfortunatamente, manca! Gli manca ancora qualcosa per riuscire a fare di più, a comunicare meglio con gli spettatori. Perché non ho problemi ad emozionarmi con altre storie e con questa sì? È anche vero che sono l’ultima persona adatta a parlare d’amore XD però senza dubbio la colpa non è del tutto mia.
Tanto per fare un esempio recente, anche se è completamente differente dal tema principale di Shinkai, io ho adorato tantissimo “Wolf Children”. Uno slice of life come tanti, in apparenza pure banale vista l’abbondanza di scene di vita quotidiana, eppure mi ha detto qualcosa, mi ha lasciato qualcosa (non nascondo di aver versato pure qualche lacrima!) Io non ho nulla in comune con i personaggi di questo film, però l’autore è riuscito a comunicare alla perfezione quello che voleva dire e ha colpito anche me.
Secondo me quello che manca a Shinkai è la caratterizzazione dei personaggi, non riesco proprio ad immedesimarmi in loro, è il difetto che ricorre in ogni sua opera. Quando costruirà una trama più consistente e personaggi un po’ più di spessore allora forse riuscirò ad apprezzare meglio i suoi film.
Concludo dicendo che forse ho un pochettino esagerato nella recensione, i film di questo regista sono carini da vedere, anche se non riesco a considerarli imperdibili o capolavori dell’animazione.
28 Maggio 2014
Mi fa piacere che hai preso il mio pensiero per quello che era, cioè un’opinione personale mirata al discutere tutti tranquillamente di questo articolo, senza volerti attaccare o voler attaccare gli altri
Quindi per questo ti ringrazio. Solitamente quando si può solo leggere senza sentire i toni si possono travisare le intenzioni!^^
Diciamo anche che… perché no… mi è venuta voglia di rispondere per far si che chi si avvicina a Makoto Shinkai senza averlo mai visto e leggendo il tuo articolo, abbia la curiosità di avere un proprio giudizio, vista la diversità delle nostre opinioni, e magari esprimerlo qui! :p
Pensandoci in effetti trovare l’amore è un cercare la felicità, solamente che espresso nel post di apertura personalmente mi sembrava che il succo fosse solo trovare uno “status” messo lì, senza nulla più, mentre c’è un contorno molto più ampio che è tutto ciò che rende uniche queste animazioni.
Onestamente non riesco a tirami fuori dai panni di tutto quello che riesco a percepire (che per me è tanto), e cercare di vedere la cosa dal tuo lato.
Quindi quando ripeti che non riesce a trasmettere, proprio non posso capire e condividere questo pensiero.
Anche nel non trovare una caratterizzazione dei personaggi, forse, e dico forse, perchè è quello che mi è venuto in mente pensando a quello che “potrebbe essere” il tuo punto d’osservazione mentre sto scrivendo queste righe…
Quello che ho pensato è che tu potresti aver voluto concentrarti sul personaggio visto come: “chi è, cosa fa, come vive”…. mentre questi, nell’ambito della storia sono punti a cui non ho mai pensato, ho sempre reputato (inconsciamente, senza mai farci caso prima di leggere il post e i commenti), ai personaggi come persone che potresti incontrare nel quotidiano, con una vita normalissima, che non devono avere nulla di particolare, con nulla da dimostrare, questo perchè il mio pensiero si è sempre concentrato sul cercare di percepire, vivere i loro sentimenti, e credo che questo sia il punto da focalizzare.
Per questo motivo reputo che ci sia molto spessore nei personaggi , perché riescono a trasmettermi in maniera molto forte e diretta le proprie emozioni.
Uscendo un po’ dal tema… però non so bene se il paragone possa reggere, posso capirti se penso ad un autore giapponese come Yukio Mishima, ho sentito molte persone parlare di lui in maniera molto appassionata, mentre quando io ho provato a leggere un suo libro “la dimora delle bambole” che è un mini libricino composto da 4 piccoli racconti, l’ho trovato molto noioso, con un modo di scrivere che non mi cattura per niente, anzi la mia mente inizia a pensare ad altro senza più concentrarsi sulla lettura. Tant’è che nemmeno ho finito quel centinaio di paginette.
Quindi se vedo le cose così ti posso capire se dici che Shinkai non ti trasmette nulla, dico lo stesso io di Mishima, però non dico che Mishima è incapace, incompleto, non sa trasmettere.
Con questo non voglio dire che lo hai detto ;)
Però effettivamente l’articolo iniziale era un po’ carico e personalmente mi trasmetteva (sbagliando) questa sensazione!^^’
28 Maggio 2014
È interessante conoscere le opinioni degli altri, soprattutto se motivate :D In effetti mi rendo conto di esserci andata un po’ pesante. Ho scritto la recensione il giorno dopo averlo visto per cui rispecchia proprio le mie prime impressioni, forse dovrei addolcire un po’ il tono XD Diciamo che mi sono arrabbiata perché io penso sia un’altra occasione persa per un regista che ha dimostrato di avere una certa sensibilità e capacità. Sempre secondo me, visto che forse non riesco ancora a capire bene il suo pensiero.
Per il resto immagino che il paragone fatto da te calzi a pennello, come ho detto io ad inizio recensione “o lo ami o lo odi”, il suo stile può piacere o meno a seconda delle persone. A dire il vero mi sono stupita a trovare qualcuno che avesse apprezzato totalmente il film, proprio come tu hai invece pensato il contrario :P
Ritornando ai personaggi forse è un po’ come dici tu, probabilmente ho bisogno di affezionarmi, è difficile che mi riescano a dire qualcosa in poco tempo. Con questo non è che devo conoscere vita, morte e miracoli di ogni personaggio, ma quello che basta per poter empatizzare. Non so, manca sempre quella scintilla che li renda un po’ più “reali”, non so se mi spiego.
Niente, non penso riuscirò mai ad apprezzare totalmente il suo stile. Mi piacerebbe vederlo con qualcosa di un po’ diverso perché francamente si somigliano un po’ tutte le opere che ha creato… sarebbe curioso vedere se riesce a cavarsela con qualche opera più lunga. Chissà, magari riuscirebbe ad esprimere del tutto le sue potenzialità.
Mi spiace aver dato un’impressione negativa con questa recensione, effettivamente ci sono certe robacce che si meritano ben di peggio ^^;
30 Maggio 2014
A me è piaciuto abbastanza e sono riuscita a comprendere abbastanza bene la figura di Takao (nonostante la mia età sia più affine a quella di Yukari) ma proprio in lei ho trovato il punto debole dell’intero film. Quei 10-15 minuti che avresti aggiunto all’opera li avrei inseriti anche io, possibilmente con un bel flashback su quello che le era successo e le conseguenze psicologiche del bullismo subito dalle ragazzine. In più mi incuriosiva la storia del non sentire i sapori e quella dell’ex-fidanzato ma anche quelle sono cadute nel nulla ^^
30 Maggio 2014
Anche io sono più verso l’età di Yukari, per cui qualcosina su di lei l’ho capito meglio. Anche se, come hai detto giustamente te, poteva esserci un flashback o un qualcosa per concludere e spiegare meglio la vicenda.
Bastava poco per rendere l’opera più completa, lascia tanti spunti ma non spiega nulla. In pratica devo immaginarmi io quello che è successo… Beh, vediamo il lato positivo, posso creare la storia come piace a me :P
3 Giugno 2014
Qualcuno gentilmente ricorda il tanka nella versione italiana del film? E’ leggermente differente da quello qui indicato, e mi era piaciuto molto. Purtroppo non ho avuto l’accortezza di segnarmelo subito.
Grazie, Gianluca
4 Giugno 2014
Hai ragione, perché è una mia traduzione (ho visto il film in giapponese). Per caso è questo? L’ho trovato su Mymovies:
Il rombo del tuono,
nel cielo nuvoloso.
Se dovesse piovere,
resterai con me?
Il rombo del tuono,
nel cielo nuvoloso.
E anche se non piovesse,
resterò con te.
4 Giugno 2014
Direi che le somiglia molto! ^_^
Grazie mille Federica!
Buona serata
2 Ottobre 2014
Federica è molto ricca la pagina di discussione che hai messo a disposizione degli utenti, ancorché di passaggio.
Io mi sono emozionata tantissimo vedendo il film, tanto che sono rimasta immobile – a lungo – nella sala buia del cinema vedendo scorrere i titoli di coda e godendomi la bellissima Rain (colonna sonora stupenda!).
Shinkai mi piace tantissimo perché racconta dei disadattati sentimentali.
Forse lo sono io, per questo lo capisco.
In una società dove spesso si chiama amore ciò che “serve” per non stare soli.
Ecco, in questo mondo disilluso, i protagonisti di Shinkai si mettono a servizio dell’amore, che nasce piano, non fa rumore e ti porta da qualche altra parte, anche se non viene consumato ma vissuto nella più profonda intimità di se stessi.
Nel giardino delle parole, l’amore è occasione di svolta esistenziale.
3 Ottobre 2014
Ciao Paola, grazie per il commento! Mi piace molto la tua interpretazione, forse è come dici tu. Purtroppo per me Shinkai è troppo criptico e non riesco a farmelo piacere. Ha delle buone idee ma realizzate così così.
Se dovessi citare un’opera sentimentale decisamente riuscita (anche se è un manga e c’entra poco con Shinkai) direi sicuramente Honey & Clover, dolce e malinconico, con personaggi ben caratterizzati. Preferisco cose di questo tipo.
3 Ottobre 2014
Fantastica recensione davvero! Molto empatica ed azzeccata.
26 Gennaio 2015
Cara Federica non avrei saputo meglio recensire il film il questione. Ho appena chiuso il browser e come diceva sopra Plydavid “mi sentivo quasi una brutta persona a non essermi emozionato”. L’impressione era come se i testi dei personaggi non fossero quelli originali, come se ci si aspettasse che i doppiatori dovessero dire ora una cosa ora un altra ma che nulla avessero a che vedere con cio che poi i personaggi si trovassero a pronunciare. Storia, a mio modesto parere, vacua. In scioccante contrasto con la grafica che oserei definire ai massimi livelli. Trovandosi una pellicola di cosi alto livello dove sembra di esserci in quei giardini, dove ci si sente ora inumiditi dalla pioggia, ora riscaldati dai raggi solari, tanto sembrano veri, ci si aspetterebbe che piuttosto che arrotolare velocemente una storia del genere con “passò l’estate…lavorai tutto il tempo…” etc etc, l’autore dedicasse più tempo alle introspezioni di quel giovane, preso da questo sentimento dentro che lo rende vivo da una parte e quasi disturbandolo dai suoi obiettivi dall’altra. Il punto di vista di Christian sui personaggi visti sia come esseri umani a se stanti e sia come attori di una storia comune, è sicuramente di tutto rispetto. Ma per quello che può contare il mio parere fondato su quasi quarantanni di visioni di cartoon made japan, questo non mi ha lasciato addosso quasi nulla se non la meravigliosa sensazione di un fiore sbocciato in una grande metropoli in barba al cemento ed all’ariditá sociale. Se non altro i meravigliosi disegni di quest animè mi han fatto ricordare un cartone in serie che passavano rarissimamente ai miei tempi: lei era una bellissima ragazza, estremamente semplice, giapponese, che badava ad una casa pensionato con poche camere e com’era prevedibile dove lei era innamorata segretamente di un ragazzo, un altro era segretamente innamorato di lei. Cartone splendido e splendida lei…beati i primi anni 80… :D
28 Gennaio 2015
Ciao Seby, mi fa piacere leggere commenti come il tuo, almeno ho la conferma di non essere l’unica persona “insensibile”. Che dire, concordo esattamente con quello che hai scritto, a distanza di mesi dalla visione non mi ha lasciato praticamente nulla, e neanche mi viene voglia di riguardare questo film. Sarò una brutta persona, chi lo sa :P Ho la sensazione che l’autore sa solo come impostare l’inizio e la fine dell’opera ma non lo svolgimento, e allora lascia agli spettatori il compito di immaginare quello che succede, quella che dovrebbe essere la parte più importante per spiegare la conclusione e il cambiamento dei personaggi. È lo stesso difetto che si porta in tutti i suoi film/cortometraggi, non riesco proprio a digerirlo e faccio fatica a capire il perché del suo successo (grafica meravigliosa a parte, non c’è proprio niente da criticare da questo punto di vista!)
8 Febbraio 2015
Federica, ho trovato la tua recensione cercando riferimenti al tanka citato nel film. Mi fa arrabbiare che in Rete citino tutti il film di Shinkai. Ma se io in un film cito un verso dalla Commedia, il verso è di Dante, non è mio! Ho scoperto comunque che è tratto dal Man’yoshu.
Ho rivisto il film ieri, al cinema non mi aveva colpito molto anche per una visione funestata da ben tre interruzioni, di cui una verso la fine (scena delle scale, quella cruciale!) che ha proprio spezzato il pathos. Rivedendolo a casa l’ho rivalutato.
Sul piano tecnico diciamo subito che siamo al top dell’animazione mondiale, c’è poco da fare. Il guaio, come dicono tutti, è la qualità dei soggetti. Quella che impedisce a buoni film di diventare capolavori. E’ lo stesso tipo di commenti che si sentono, giustamente, su ‘Avatar’: tecnica sopraffina ma contenuti così così. Penso che molti giudizi su Shinkai siano influenzati, inevitabilmente, da un punto di vista occidentale. In un commento su ‘Solaris’ di Lem, libro di fantascienza che è un capolavoro del Novecento, si diceva che l’autore ceco lasciava alcune questioni aperte perché non ha l’ossessione degli occidentali di ‘spiegare tutto’. Penso che per Shinkai sia lo stesso, però concordo che una mezz’oretta in più, avvicinandolo a un minutaggio “normale”, (e 75 minuti sono ancora pochetti), avrebbe giovato ad approfondire alcuni punti, senza però tralasciare quelle scene che sono parte integrante della sua poetica minimalista.
Il fatto che mi ha lasciato un po’ perplesso è questa voglia del protagonista di fare il calzolaio, poi ho sentito la doppiatrice originale dire che Shinkai sia un feticista dei piedi, e questo spiega alcune cose ;-)
13 Febbraio 2015
Ciao Adriano,
in effetti non ho citato la fonte del tanka, non ci ho pensato a scriverla, la aggiungo subito all’articolo.
Che dire, ognuno vede il film da un punto di vista diverso, e lo puoi notare dai diversi commenti alla mia recensione: c’è chi dice un capolavoro, c’è chi dice che non si è emozionato per nulla. Sono d’accordo con te quando dici che non sempre è necessario raccontare ogni singolo fatto, penso però che sia decisamente troppo esagerato nel caso di Shinkai, perché non ci spiega molto del rapporto dei due protagonisti. E allora come faccio ad “affezionarmi” a loro che per me sono completi sconosciuti? Non devo conoscere la loro vita nel dettaglio, ma qualcosina di più sarebbe stato gradito.
Mi è completamente sfuggita questa “passione” di Shinkai, ora si spiega il lavoro del calzolaio ahahaha
8 Febbraio 2015
A proposito, la serie citata da Seby è ‘Cara dolce Kyoko’ o ‘Maison Ikkoku’ di Rumiko Takahashi, come dire… un monumento dell’animazione giapponese!