L’importanza dell’ascolto passivo per migliorare la comprensione di una lingua
L’ascolto passivo consiste nell’ascoltare qualcosa senza fare molta attenzione. Come è possibile migliorare la lingua senza prestarci attenzione? Lo so, può sembrare strano ma funziona!
Prima però di parlare dell’ascolto passivo vorrei fare un passo indietro per raccogliere diverse riflessioni e consigli sulla comprensione dell’ascolto, una delle abilità più difficili da allenare.
Trovo decisamente più semplice imparare attraverso la lettura. Al tempo stesso però trovo che lettura e ascolto siano collegati per chiunque si dedichi allo studio delle lingue. Di solito si tende a fare entrambe le cose, privilegiando spesso la lettura a discapito dell’ascolto.
C’è solo un problema: se conosci mille parole non è detto che le riesci a riconoscere nel parlato, assieme ad altre parole all’interno di una frase. Spesso mi è capitato di riuscire a capire alcune parole dopo mesi, nonostante già le avessi incontrate, o di cui avrei potuto dedurre il significato leggendole grazie ai kanji.
Si può concludere che, lasciando da parte il problema della mancanza di vocaboli, non si riesce immediatamente ad elaborare il collegamento da suono a parola.
Le prime parole che si imparano ascoltando sono le più comuni, quelle che si sentono in diverse situazioni. Non ho dubbi che parole come こんにちは (konnichiwa) e ありがとう (arigatou) siano tra le prime e più semplici da imparare in giapponese. La ripetizione è la chiave per imparare qualcosa di nuovo, più si ripetono, più è facile riconoscerle e ricordarle.
Essere sempre esposto all’ascolto vuol dire imparare nuove parole, capire il contesto in cui usare determinate espressioni, capire la grammatica. Sentire le parole è molto diverso che leggerle, bisogna cercare di elaborare velocemente quello che è stato detto, non c’è il tempo di controllare sul dizionario.
Il mio consiglio è di non focalizzarsi solo sulla lettura ma dare spazio anche all’ascolto. Forse è più difficile capire il parlato rispetto allo scritto ma comprendere il parlato può aiutare per tutto il resto, ed è assolutamente indispensabile ascoltare se si intende parlare la lingua. Anche se sembra inutile agli inizi, quando non si capisce una sola parola, pian piano si riesce a ricostruire ogni tassello per migliorare al massimo la propria comprensione.
Ecco qualche consiglio per migliorare in generale la comprensione dell’ascolto:
Aiutati con i sottotitoli
Ho detto che leggere e ascoltare sono due attività collegate tra di loro per chi studia lingue, perché non esercitare entrambe attraverso sottotitoli o script in lingua originale?
È il modo migliore per risolvere diversi problemi: 1) mancanza di vocaboli, puoi imparare nuove parole sia leggendole che ascoltandole, 2) velocizzarsi nella lettura (ci vuole un po’ di tempo per abituarsi a leggerli in fretta!), 3) esercitare l’ascolto senza doversi preoccupare di non capirci nulla.
È meglio non fare sempre affidamento sui sottotitoli. Va bene sia agli inizi sia se guardi qualcosa di particolarmente ostico, se riesci a capire quasi tutto e ti sfugge qualche parola non è un grosso problema, meglio disattivare i sottotitoli (e soprattutto non attivarli in inglese o in italiano).
Aiutati con le immagini
Ascoltare la radio o podcast all’inizio non è per niente facile. È molto più semplice capire quello che succede se attraverso le immagini. Dai la precedenza a drama, anime e film, almeno agli inizi.
Abituati fin da subito al parlato “veloce”
Se vuoi migliorare la tua comprensione non puoi fare a meno di abituarti fin da subito al parlato a velocità naturale, considerato “veloce” da chi non è madrelingua.
Qualsiasi qualsiasi materiale in giapponese ha questa velocità, a parte quello per bambini troppo piccoli. Anche se può essere molto difficile, specialmente agli inizi riconoscere le parole, è meglio iniziare fin da subito in questa maniera.
Come funziona l’ascolto passivo?
Ho iniziato a fare ascolto passivo diversi anni fa per caso, dopo aver letto che fossero necessarie molte ore di studio per diventare fluenti, per l’esattezza ben 10 mila ore.
Questo numero è stato teorizzato da Malcolm Gladwell, il quale sostiene che per diventare veramente bravi in qualcosa bisogna dedicarci 10 mila ore di tempo. Naturalmente non è valido solo per lo studio di una lingua, ma per qualsiasi altra attività. È difficile fare tutte queste ore di ascolto attivamente, bisogna ricorrere anche a quello passivo.
Importante: Questo studio che è stato smentito diverse volte, perché l’allenamento conta ma non sempre è sufficiente per raggiungere l’eccellenza (in generale, non intendo per lo studio delle lingue). Per quanto mi riguarda non è importante sapere il numero preciso di ore, ma il fatto che ogni cosa richiede il suo tempo, non si può pretendere di diventare fluenti nel giro di un mese studiando due ore a settimana. Mi riferirò ancora altre volte a questo studio nel corso dell’articolo, per sottolineare che è molto importante “fare molte ore di ascolto”.
Sembra inutile svolgere questo tipo di ascolto, in realtà, anche quando non si fa attenzione, il cervello in qualche modo cerca di “decodificare” e memorizzare ciò che si sente. Si assorbono delle nuove informazioni inconsciamente, un po’ come fanno i bambini: prima di dire la loro prima parola ascoltano passivamente per lungo tempo.
Posso dire che questo metodo funziona: a distanza di mesi, ascoltando l’audio di un anime, mi sono accorta che capivo decisamente di più rispetto a quando avevo iniziato! A forza di ascoltare decine di volte le stesse cose ho iniziato ad aumentare la mia comprensione alla lingua, abituarmi ai suoni e a memorizzare certe parole.
Detto così può sembrare che ascoltavo la stessa traccia per mesi di fila, ma non è così. Semplicemente avevo una certo numero di tracce in giapponese da ascoltarmi durante il giorno (o meglio, durante diversi giorni) e, una volta finita, iniziavo la playlist da capo. Quando non ne potevo più di ascoltare le stesse cose cambiavo la playlist eliminando vecchie tracce e aggiungendone di nuove.
(Per la cronaca non sono mai arrivata a 10 mila ore, mi sono fermata a quota 7700 ora di ascolto attivo e passivo, raggiungendo una comprensione abbastanza buona di un po’ di tutto. O forse le ho già superate, ma a un certo punto ho deciso di non contarle più, in ogni caso come dicevo poco sopra è solo un numero, non una regola certa e sicura).
Come fare ascolto passivo?
È molto semplice, hai bisogno di un lettore mp3 (o uno smartphone) e delle tracce audio in giapponese (o in altre lingue) da ascoltare.
Puoi fare l’ascolto passivo con qualsiasi materiale: audio tratto da anime, drama, video e film, podcast e così via. Ti consiglio, se possibile, di fare ascolto passivo di materiale che hai già ascoltato in maniera attiva, in modo da sapere più o meno quello che succede e di cosa si parla molto vagamente. È più semplice svolgere questo esercizio se si conosce a grandi linee di cosa si parla, abbiamo visto come le immagini possono essere d’aiuto per la comprensione.
L’ascolto passivo non è molto impegnativo, puoi farlo in qualsiasi momento della giornata, a casa e fuori casa, mentre lavori (se ti è possibile!), fai faccende domestiche o sprechi il tuo tempo in mezzo al traffico.
Non è necessario tenere un volume alto (e in effetti, se tieni per tanto tempo le cuffie nelle orecchie, è meglio tenere il volume molto basso!), l’importante è riuscire a sentire un minimo i suoni.
Non dimenticare l’ascolto attivo e le altre risorse!
L’ascolto passivo è utile, soprattutto agli inizi per abituarsi ai suoni della lingua, ma da solo non basta per raggiungere un buon livello. È necessario spendere un po’ di tempo tutti i giorni anche con l’ascolto attivo e immergersi nella lingua in altre maniere, come la lettura di manga, libri ecc.
Ho preso la maggior parte dell’audio passivo da anime e drama già visti, quindi almeno una volta di ascolto attivo l’avevo fatto. Durante la giornata facevo molto ascolto passivo (ogni tanto diventava attivo quando facevo attenzione), ma ho sempre dedicato almeno un’ora per guardarmi qualcosa in giapponese attivamente senza sottotitoli.
Fare ascolto passivo solo una o due ore al giorno non basta per vedere dei risultati: più ascolti passivamente, più assorbi nuove informazioni, meno ore ascolti e più ci vorrà del tempo per imparare qualcosa. Bisogna essere costanti e cercare di ascoltare il più possibile passivamente qualcosa.
Se riesci a svolgere abbastanza ascolto passivo, ben presto noterai dei miglioramenti come è successo a me!
Forse sei ancora scettico ma ti dico di provare: estrai l’audio in giapponese di qualcosa che hai già visto (esistono diversi programmi che ti possono aiutare in questa operazione), mettilo sul tuo mp3 e inizia ad ascoltare passivamente. Tra qualche giorno noterai che delle parole sono diventate più familiari rispetto a prima. Se ti capita di sentire qualche parole che viene ripetuta spesso di cui non sai il significato cercala sul dizionario.
Allora che cosa ne pensi dell’ascolto passivo? Vuoi aggiungere qualcosa sull’importanza di ascoltare in lingua? Se ti va lascia la tua opinione tra i commenti, ti aspetto!
Immagine: Flickr Curtis Ball, e-shuushuu, Azlan DuPree
26 commenti
25 Maggio 2012
Ho appena scoperto il tuo blog e volevo farti i complimenti, sia per i contenuti interessantissimi e spiegati in modo chiaro e preciso che per la grafica, che mi piace davvero molto.
Io ho studiato giapponese per due anni all’università, ma non essendo la materia centrale del mio corso non ho imparato quanto avrei voluto. Ora sto andando avanti da sola in attesa di partire per Kyoto (dove starò un anno) a ottobre, ma devo dire che fatico a trovare un metodo non dispersivo per migliorare in tutti i campi. Per esempio l’ascolto passivo lo trascuro spesso, guardo molti anime e film in lingua ma mi limito a quello. 7700 ore sono davvero tante, complimenti! Dovrei provare anche io, mi leggo un po’ con calma il tuo blog per trovare altri spunti utili.
A presto! Elena
25 Maggio 2012
Innanzitutto grazie mille per i complimenti, mi fa sempre piacere che qualcuno apprezza ciò che scrivo! ^^
Sono molte si, ho passato più di 2 anni ad ascoltare solo giapponese in pratica (peccato che non ho il coraggio di parlarlo però!)
Come ti invidio, un anno in Giappone! Vorrei anche io andarci…ma si riesce a stare più di un anno in Giappone? Ho sempre saputo che non è così semplice starci per più di tre mesi, vai per studio?
Riguardo l’università, figurati che io avrei fatto l’università solo per studiare giapponese, per fortuna che ho trovato un metodo più efficace di studiare il giapponese da autodidatta.
Se vuoi trovare altri spunti ti consiglio anche di dare un’occhiata ad AJATT (spero che l’inglese non sia un problema), se non fosse per quello che c’è scritto qui probabilmente non avrei mai iniziato a studiare giapponese. Il sito è un po’ dispersivo, ti consiglio di vedere da “Table of Contents” per l’indice.
25 Maggio 2012
Capisco, anche io faccio fatica a prendere il coraggio di parlare, vado in Giappone anche perché così non avrò più scuse per tirarmi indietro. Mi sto iscrivendo a una scuola di lingua per avere il visto studentesco, altrimenti per turismo non potrei stare più di tre mesi. Lo considero un investimento, visto che vorrei provare a lavorare nel campo della traduzione.
Grazie per la segnalazione del sito, vado subito a guardarlo! Alla prossima :)
25 Maggio 2012
Uh bel post sisisì. Mi ricorda che ogni tanto quando sento le canzoni cinesi qualche parola che conosco la riesco a captare, lo stesso vale per i dialoghi :°D
È una cosa bellerrima.
Si lo so mi devo mettere più d’impegno xD
29 Giugno 2012
L’ascolto passivo mi lascia sempre un pò di dubbi.
Ultimamente è da tanto che non faccio ore e ore di ascolto ma non è mai stato proprio passivo passivo.
Mi spiego meglio, per me ascolto passivo è quando non presto la minima attenzione ma proprio niente niente. Forse la mia testa registra qualcosa ma mi pare poco produttivo, invece ho provato a fare ascolto prestando sempre un pochino (a volte proprio poco poco) di attenzione, coccolandomi un pò con i suoni. Ovviamente per lo più non capisco niente ma a volte capivo quanto meno il contesto e mi trovavo anche a ridere da sola (va be…).
Certo che più di 7000 ore sono davvero tante… ascoltare ti permette di imparare a districare i rumori che diventano suoni che diventano poi parole. Però tutto questo grazie anche all’altro studio (lettura e vari) che permette di capire il significato di ciò che si ascolta.
Una curiosità chi è Malcolm Gladwell?
29 Giugno 2012
Si, è quello cher intendo anche io come ascolto passivo, fare proprio 0 attenzione! Guardare un dorama/film per esempio è già fare ascolto attivo, stai cercando di capire cosa dicono.
Malcom Gladwell è la persona a cui si attribuisce la “legge” delle 10 mila ore per imparare a fare qualcosa perfettamente. Non c’entra con il giapponese, ma solo con questa cosa delle 10mila ore.
22 Febbraio 2013
Secondo me l’ascolto passivo è una cosa utilissima per imparare prima di tutto la pronuncia, e poi anche per imparare nuove parole. Non so voi, ma a me viene sempre la curiosità di sapere cosa dice quella cantante in quella canzone! Perciò finisco sempre col tradurre tutte le mie canzoni preferite (con l’aiuto di un dizionario per le parole che non conosco), e devo dire che non poche cose le ho imparate grazie al J-pop. :)
22 Febbraio 2013
Ma se l’ascolto è passivo come può esserci qualche minima possibilità di imparare nuove parole? Quando si ascolta una canzone con in mano un dizionario non è assolutamente ascolto passivo.
Comunque, rimanendo alla definizione classica, io non credo assolutamente all’ascolto passivo. L’ho “praticato” per anni inconsapevolmente con l’inglese (quanti di noi non sono cresciuti ascoltando vagonate di canzoni cantate in inglese?) senza che questo migliorasse minimamente la mia capacità di comprensione. La teoria ufficiale sostiene che il cervello si sforzerebbe comunque di interpretare i suoni e dare loro un senso, ma la falla nella teoria è che non c’è nulla che corregga l’interpretazione se questa è sbagliata: io sono andato avanti per anni convinto che in certe canzoni dei Queen si dicessero certe frasi, prima di scoprire che le strofe reali erano completamente diverse… e questo con un ascolto comunque attivo, figuriamoci senza prestare attenzione! Discorso simile per i telefilm sottotitolati in italiano. Dopotutto chi pratica ascolto passivo pratica anche quello attivo, quindi come si può essere sicuri che i propri miglioramenti nella comprensione non siano dovuti solo al secondo? O forse è un sistema la cui efficacia dipende da persona a persona, in questo caso mi limito a dire che con me non funziona assolutamente. :(
22 Febbraio 2013
Secondo me infatti c’è bisogno sia di ascolto attivo e passivo, il passivo di per se da solo non è che faccia tanto. In effetti riuscire a capire o meno qualcosa non è assolutamente immediato, per dire faccio ascolto passivo in coreano e capisco poco, ogni tanto però ascoltando noto di far più caso ad alcune parole che riesco a decifrare. Di solito tendo a fare come ascolto passivo qualcosa che ho già guardato in attivo, perchè so già quello che succede nella storia dell’anime o del drama.
Penso che l’ascolto passivo in giapponese prima ancora di inziarlo a studiare mi abbia aiutato tantissimo nel capire la pronuncia e i suoni.
Adesso non so scientificamente come funzioni, ma normalmente manca quel passaggio da “scritto” ad “ascolto”: è più facile che capisci qualcosa di scritto che non ascoltandolo, almeno agli inizi. A furia di ascoltare, anche passivamente, si riesce diciamo a colmare le differenze ed a collegare i suoni con la parola esatta. Ed in effetti a distanza di tempo ho notato la differenza. Il mio pensiero è questo: i bambini imparano a parlare solo ascoltando, e sicuramente non sono sempre concentrati attivamente all’ascolto.
Sarà vero o sarà falso, ma secondo me funziona abbastanza :D Comunque ripeto: non solo ascolto passivo, ci vuole anche quello attivo.
Bisogna provare secondo me e trarre le proprie conclusioni, ma aspettati risultati tra un po’ di tempo!
4 Febbraio 2019
Quando si mettono in mezzo i bambini e il loro modo do apprendere bisogna capire che un bambino è come una spugna grezza che assorbe tutto! Nessuno che si chiede quanto tempo ci metta un bambino a imparare ? Anni ,tanti anni stando pure nel luogo nativo dei genitori. Noi gia formati, magari con 40 anni sulle spalle abbiamo gia codificato il nostro linguaggio che va in conflitto con le altre informazioni e suoni gia immagazzinate. E’ totalmente diverso. Un bambino poi ascolta e ripete e riceve una risposta. Noi leggiamo e scriviamo e basta prima. Ascoltiamo e spesso a livello inconscio traduciamo dalla nostra lingua a quella di destinazione che è sbagliato e ci fa perdere il filo del discorso. Se poi ci vergognamo pure di parlare che serve stare ad ascoltare 7000 ore di passivo. Non è più facile fare tandem con un nativo un’ora al giorno via skype? Non è più produttivo di ascoltare cose che non si capiscono?
4 Febbraio 2019
Sì, su quello hai ragione, ho semplificato un po’ troppo, ma hanno comunque parecchio ascolto passivo alle spalle (anche se da adulti abbiamo altri vantaggi nell’imparare, tipo il non dover imparare da zero il significato delle parole). Poi ognuno ha il suo metodo di imparare e i propri obiettivi ma no, non considero assolutamente improduttivo il tempo passato con l’ascolto passivo.
Intanto non è qualcosa che impegna e si può fare mentre fai qualsiasi cosa non troppo impegnativa, non sottrae del tempo allo studio attivo (studio sui libri, scrivere qualcosa in lingua, guardare un film ecc.). Poi si può iniziare a parlare fin da subito, tipo il sito fluent in 3 months, ma è una cosa che personalmente non farei mai, primo perché non hai abbastanza basi della lingua per fare dei discorsi e diventa a dir poco frustrante (sia per te che per l’interlocutore), secondo anche la pronuncia ne risente se non hai fatto abbastanza ascolto (attivo o passivo che sia). Insomma, a ognuno il suo metodo, sicuramente l’ascolto passivo male non fa!
20 Novembre 2013
ciao! sono d’accordo con te su questo metodo e avrei una curiosità, come hai fatto a contare le ore di ascolto passivo?
20 Novembre 2013
Ho fatto una media di quanto ascoltavo al giorno in passivo, quindi credo che non sia proprio esattissimo il conteggio ma va bene lo stesso per farmi un’idea.
21 Novembre 2013
ah ecco! grazie!
16 Maggio 2016
Grazie mille per questi consigli utilissimi! Ho già visto altri tuoi articoli e grazie a te, sto imparando il coreano. Dato che con alcuni amici andrò in Korea tra qualche anno volevo partire con una base solida. Io ogni giorno farò almeno 1/2 ore di ascolto passivo di kpop, e con il tempo, sto vedendo che mi ricordo più parole. Cerco sempre traduzioni di tutte le canzoni che ascolto. Io sono ad un livello molto basso, so a malapena le lettere, ma tengo sempre con me un quadernino e mi sto scrivendo sia hangul che grammatica per tenerli sempre a portata di mano. spero che con tanto allenamento riuscirò come te ad imparare il coreano. Grazie ancora per la tua gentilezza.
20 Maggio 2016
Ciao Rachele, mi fa molto piacere :) Sicuramente lo imparerai bene, l’importante è impegnarsi e vedo che tu lo stai facendo ^_^ Man mano che progredisci però ti consiglio di dedicarti all’ascolto di materiale un po’ più impegnativo, non dico di passare subito ai dorama, ma potresti provare con i cartoni per bambini. Ad esempio Pororo, che trovi gratuitamente su Youtube.
25 Gennaio 2018
Ciao,
intanto complimenti per il tuo blog. Molto curato e ben scritto. I tuoi articoli sono molto interessanti. Mi hanno dato il via per imparare il giapponese. Ho scaricato il tuo libro per impararte i kana. Sono a metà del katakana..
Una domanda: il mio livello di inglese è discreto. Ossia: a livello scrittura e lettura sono ok ma a livello parlato (e ascolto) sono parecchio arrugginito. Ascolto molte canzoni principalmente in inglese e mi chiedo se non riesco tutt’ora a capire certe parole dei testi in inglese ho qualche speranza di capire il giapponese parlato? Ho letto in un tuo articolo di dimenticarsi della pronuncia inglese. E’ piu facile abituare il cervello alla pronuncia giapponese che a quella inglese?
Grazie e continua cosi
25 Gennaio 2018
Ciao Emanuele, grazie per i complimenti!
Secondo me sì, nel senso che giapponese e inglese sono due lingue molto diverse: mentre per l’inglese non posso conoscere la pronuncia a priori (devo per forza sentire una parola o controllare da qualche parte per essere sicura al 100% della pronuncia), con il giapponese invece si legge come è scritto, a parte qualche eccezione. La cosa che si può sbagliare più spesso credo sia l’accento. Che poi comunque capiterà comunque di non capire qualcosa alla perfezione, ma non bisogna farsi abbattere!
4 Aprile 2019
Ciao,
ho provato a fare ascolto passivo ma personalmente la trovo una tortura.. Ho fatto un ora alla amttina e un ora al pomeriggio. Il problema è che non riesco a “non ascoltare”.. il mio cervello cerca sempre di provare a capire e cosi mi stanco velocemente.. Ho letto nell’articolo che 2 ore al giorno non bastano.. PErsonalmente con lavoro e famiglia faccio un po fatica a farne di piu. Fovrei lasciare perdere?
Grazie
4 Aprile 2019
Se non è nel tuo stile lascia stare, inutile costringersi a fare qualcosa che per te è poco utile, ci sono sempre altri modi per imparare e migliorare. Ho comunque evidenziato che il solo ascolto passivo non basta.
4 Aprile 2019
Arigatougozaimasu
16 Giugno 2019
Dimmi di nuovo che l’ascolto passivo funziona ti prego.
Ciao,
desidero imparare questa benedetta lingua Inglese che ormai è diventata un pensiero tortura.
Ho acquistato di recente diversi corsi per l’apprendimento della lingua, ma i risultati tardano ad arrivare.
Il 23 giugno compio 55 anni e per regalarmi qualcosa di carino ho pensato alle cuffie a conduzione ossea, per favorire l’ascolto passivo.
Se è vero che per apprendere una qualunque cosa ci vogliono 10000 ore di questa cosa, con un semplice calcolo che ci dice ascolto passivo 7 ore al giorno, ci vogliono quasi 5 anni.
55 + 5 = 60, diventare fluenti in Inglese un sogno che si avvera dimmi che è possibile.
Grazie
16 Giugno 2019
A dire il vero non credo di poter garantire nulla, perché non tutti si trovano bene con l’ascolto passivo, così come non credo basti solo l’ascolto passivo (anche se, come trovi scritto in questo articolo, credo sia molto utile).
Io adesso non so quale sia il tuo livello di inglese, perché se già riesci a capirlo in maniera discreta magari quello che ti manca è fare un po’ di pratica con il parlato o con lo scritto. Senza tenere conto che cosa si intende per “fluente”, è una definizione che cambia da persona a persona.
Quello che voglio dire è di non pensare che l’ascolto passivo sia la soluzione definitiva.
9 Dicembre 2019
Ciao Federica, ho visto che l’ultimo messaggio era di giugno… vorrei conoscerti meglio perchè sto studiando molto seriamente con questo metodo passivo…. mi potresti dare il tuo contatto facebook?
9 Dicembre 2019
Non credo di aver altro da aggiungere rispetto a quanto detto nell’articolo (ho scritto tutta la mia esperienza!) ma se hai qualche domanda puoi contattarmi via e-mail o sulla pagina Facebook di Hanami Blog, come descritto nella pagina dei contatti.
11 Febbraio 2021
Ottimo articolo come sempre! Vorrei lasciare anche la mia testimonianza:
L’ultima volta che sono andato in Giappone (nel 2014) ho deciso qualche mese di fare una full immersion di ascolto passivo e devo dire che i risultati sono stati incoraggianti, la mia capacità di ascolto è migliorata molto!
(Io ho la fortuna di poter ascoltare la musica con gli auricolari mentre lavoro, quindi mi sono sparato 40 ore di ascolto passivo a settimana)
Una volta arrivato poi in Giappone ho notato, quando qualcuno mi parlava, che comprendevo quasi tutte le parole, anche se di tante non ne conoscevo il significato, ma comunque le capivo! :-)
E devo dire che il risultato di tanto ascolto passivo è rimasto nel tempo, nonostante io lo abbia abbandonato per diversi anni.