Ma che ca… rattere è questo?! – Taito
Questo articolo fa parte della serie “Alla scoperta dei caratteri cinesi” (clicca sul link per l’indice tutti gli altri articoli della serie!)
Bentornati alla rubrica settimanale dedicata ai caratteri cinesi. “Settimanale” tanto per dire, dato che – lo so – è praticamente un mese che non mi sono fatto sentire su questo sito: avevo una cosa da nulla chiamata “maturità”, che ha rubato un po’ del mio tempo, perciò solo ora sono in grado di pubblicare questo articolo. Dopo questo penso che mi prenderò una pausa di un paio di mesi, e ricomincerò a scrivere a settembre, quando dovrei essere più regolare.
So anche che questa volta avrei dovuto scrivere un altro articolo sullo Studio Ghibli (più precisamente la recensione de Il castello nel cielo), ma ho pensato fosse meglio non spezzare quella serie di articoli, facendoli cominciare direttamente a settembre. Tanto più che le recensioni dei film dello Studio Ghibli sono leggermente più difficili da scrivere degli articoli linguistici, quindi è meglio se ci pensi un po’ sopra.
Tornando all’argomento dei caratteri cinesi particolarmente complicati: certamente quello presentato nell’articolo di svariate settimane fa è il peggiore in assoluto, ma questo non significa che non ce ne siano altri altrettanto orripilanti.
Ne è un esempio il cosiddetto taito (たいと), un kokuji – tipologia di caratteri di cui Federica ne ha già parlato in un bellissimo articolo poco tempo fa. Questo carattere non compare né nella lingua cinese, né in quella coreana. Non solo: non è nemmeno possibile scriverlo al computer, non esistendo la versione Unicode! Un po’ come il carattere dei noodles della volta scorsa, solo che questa volta abbiamo un carattere completamente giapponese.
Analizziamo il carattere: a differenza di quello dei noodles, questo non è un’accozzaglia di radicali diversi e senza senso, ha il radicale di drago (龍) ripetuto tre volte, e il radicale di nuvola (雲) ripetuto altrettante volte.
Il significato? Apparizione di draghi fra le nuvole del cielo, è ovvio! Un significato più strambo di questo non potevano trovarlo! In realtà, già prima, nella lingua cinese, esistevano caratteri associati a questo significato (come 龘, così complicato da non avere nemmeno una versione semplificata), e di questi esistevano diverse varianti, quindi taito è solo una di esse.
Persino taito ha qualche forma alternativa, come quella nell’immagine qui sotto, con i radicali sistemati in maniera un po’ diversa.
Il mistero è questo: chi mai userebbe un carattere del genere? Nei testi classici non si trova, e in una delle poche apparizioni nel corpus letterario giapponese viene descritto come carattere usato nei cognomi. Il problema è che non si è a conoscenza di nessuno con questo cognome, ed è una fortuna. Immaginatevi il povero Taito Taro, incapace di scrivere il proprio cognome al computer – devo ricordarvi la storia di Ma Cheng?
Alla fine, questo carattere sarebbe da vedersi come una semplice bizzarria grafica, ideata magari da un esperto calligrafo, oppure un semplice carattere scherzo. Certo che, parlando di caratteri cinesi, non ci si finisce mai di stupire!
Questa serie di articoli non finisce qui, però nei prossimi vedremo caratteri dal significato particolarmente difficile, che magari sono più semplici da scrivere.
Io per ora vi saluto, ma ci rivedremo a settembre, e riapparirò saltuariamente anche nei commenti. Ciao!
P.S. Anche se non scrivo, se avete domande scrivetele pure, che controllo comunque il sito ogni tanto.
Questo guest post è stato scritto da Bai Jiali.
La sua passione per la Cina è nata leggendo “Viaggio in Occidente”. Dopo aver approfondito la letteratura e la cultura di questo paese, ha deciso di dedicarsi allo studio del cinese.
Immagini Taito: Wikipedia
2 commenti
8 Luglio 2013
Anche se non si trova, questo carattere è fantastico!
PS: spero che sia andata bene la maturità :)
12 Luglio 2013
Grazie, è andato tutto alla perfezione!