Alla scoperta dei caratteri cinesi – I radicali doppi e tripli (quarta parte)
Questo articolo fa parte della serie “Alla scoperta dei caratteri cinesi” (clicca sul link per l’indice tutti gli altri articoli della serie!)
Quando ho iniziato questa sezione della serie sui caratteri cinesi, non avrei mai e poi mai immaginato di arrivare a una mole così grande di caratteri doppi e tripli: volevo fare tutto in una parte e ora mi ritrovo a scrivere la quarta! Comunque questa sarà quella finale e dopo cambierò argomento.
Vediamo allora qualche altro carattere moltiplicato!
Campo (田)
Questo carattere è un semplice pittogramma: si tratta di una rappresentazione approssimativa di un campo arato, con i suoi solchi che determinano le divisioni tra le varie zone. Questo carattere è molto usato, specialmente in giapponese, in cui è usato per molti cognomi come 田中 Tanaka.
La versione doppia di questo carattere, usata davvero poco, è 畕: il significato del carattere è limitare di un campo, ma anche campi congiunti assieme. In giapponese questo carattere è una kyūjitai (旧字体) del carattere 疆, che è anche la versione moderna del carattere in cinese, tanto che ne mantiene la pronuncia.
Come dice il proverbio, non c’è due senza tre, ed è quindi scontata l’esistenza del carattere 畾, versione tripla di 田. Qui le cose iniziano a farsi complicate: il dizionario Xinhua mi dà ben quattro significati diversi: 1 – Antico canestro di rattan (una specie di palma, a quanto ho capito); 2 – Termine antico per folgore; 3 – Termine antico per barriera militare fatta di terra; 4 – La terra in mezzo ai due campi.
Ora, l’etimologia della parola (campo triplicato) quadra se di parla delle definizioni 3 e 4, e volendo anche per la 1, ma non riesco a trovare il collegamento con folgore! Carattere inutile, vi impongo di dimenticarvelo.
Nuovamente (又)
A differenza di quasi tutti gli altri caratteri che abbiamo visto sinora questo non è un pittogramma, o meglio: non lo è più. Il suo significato in origine era mano destra, o più semplicemente destra. Allora il carattere era una semplice rappresentazione stilizzata di una mano che, con il passare del tempo, si è semplificata fino a diventare simile alla versione attuale.
Con la letteratura che diventò sempre più complessa però, venne a crearsi anche il bisogno di creare caratteri che non rappresentassero idee concrete. Ne abbiamo parlato negli articoli 2 e 3, ricordate? Fra queste parole più complesse c’erano anche le particelle grammaticali: preposizioni, congiunzioni…
Per rappresentare il concetto di nuovamente i cinesi presero il carattere 又, che aveva lo stesso suono di nuovamente, e per destra fu utilizzato un altro carattere già esistente che rappresentava lo stesso concetto (右).
Ancora oggi in cinese i due caratteri hanno la stessa pronuncia (yòu), mentre in giapponese c’è una lettura On comune tra i due caratteri (ゆう yuu). Se vi ricordate il terzo articolo della serie, capirete che questo carattere è uno dei prestati la cui etimologia non è collegata per niente al significato attuale, è stato scelto per ragioni fonetiche.
Passiamo ai composti. Raddoppiando il radicale si ottiene 双 che vuol dire doppio, gemello. È usato sia in cinese che in giapponese. Riguardo al cinese le prime due parole che mi vengono in mente sono 双关语 (linguaggio dalla doppia entrata) che significa gioco di parole, e 天下无双 (letteralmente sotto il cielo non ce ne sono due uguali), divertentissimo film di Liu Zhenwei, tradotto in Italia malamente con Chinese Odyssey 2002.
Divagando un po’ non ho mai sopportato questa tendenza dei film italiani a tenere i titoli inglesi: questo è anche peggio quando quelli inglesi non sono nemmeno i titoli originali! Che senso ha dare un titolo inglese a un film cinese/giapponese/coreano/qualunque-altra-cosa-che-non-sia-inglese? Tanto valeva tradurre decentemente il titolo con qualcosa come tutti diversi sotto il cielo. Ritornando al carattere cinese, anche questo avrebbe in giapponese una kyūjitai: 雙. Per fortuna che c’è stata una semplificazione!
La versione tripla di questo carattere è 叒 che significa obbediente o qualcosa di simile. È in disuso, e per me l’etimologia è ignota.
Cervo (鹿)
Questo carattere è un altro esempio di pittogramma che in origine rappresentava proprio un cervo. I cinesi e i giapponesi non devono avere un buon rapporto con i cervi: questo carattere è usato nel famoso insulto giapponese 馬鹿, e il carattere che deriva dal radicale di cervo triplicato è 麤, che significa rozzo ma anche stupido. Che hanno fatto di male questi cervi!?
Lo strano caso di Ma Cheng
Tutti gli studenti di cinese e di giapponese conoscono il carattere di cavallo: rappresenta la stilizzazione di un semplice disegno che ritrae un cavallo al galoppo. Devo precisare che il carattere in questione è stato semplificato in Cina ma non in Giappone: così questo usa il carattere 馬, mentre la Cina 马. In questo articolo parlerò della versione tradizionale, quella giapponese, ma per formare i composti in cinese basta convertire i radicali tradizionali in quelli semplificati.
Il carattere di cavallo non ha una versione doppia, ma una tripla sì: ne ha anzi due, cioè 驫 e questo ( è così raro che molti computer non riescono a decifrarlo!). Entrambi i caratteri indicano il concetto di galoppo.
Al secondo è legata una curiosa storia, che ora vi racconto.
Negli anni ottanta nacque una bambina in Cina in una famiglia che aveva una curiosa passione: quella di dare come nome ai figli il carattere del cognome triplicato. Chiamandosi 馬 di cognome, alla bambina fu dato il nome, trovato su un vecchio dizionario.
Finché Ma Cheng (questo il suo nome) poté scrivere il suo nome a mano su assegni e altri documenti, andò tutto bene. Con l’informatizzazione del paese, si venne a sapere che il carattere del suo nome non era supportato dai computer cinesi, e perciò Ma Cheng rischiò di dover cambiare il nome a causa di questo!
Per ora le è concesso di tenere una carta d’identità provvisoria da rinnovare ogni tre mesi, ma lei insiste che sia il Paese a doversi adeguare alle sue esigenze. In ogni caso, se dovesse essere costretta a cambiare nome, sceglierebbe 馬馬馬馬.
È finita la serie dedicata ai caratteri cinesi nati per duplicazione, triplicazione o quadruplicazione (il caso di 火) del radicale da cui sono formati. È stata una serie interessante anche per me, che mi ha portato a scoprire caratteri nuovi, che però son sicuro che non userò mai. Potrei ritornare su questo argomento in futuro se dovessero mancarmi spunti: ci sono ancora molti caratteri di questo tipo!
La prossima settimana si parte con un argomento completamente nuovo!
Ci vediamo!
Questo guest post è stato scritto da Bai Jiali.
La sua passione per la Cina è nata leggendo “Viaggio in Occidente”. Dopo aver approfondito la letteratura e la cultura di questo paese, ha deciso di dedicarsi allo studio del cinese.
8 commenti
27 Novembre 2012
Ahah, forte la storia di Ma Cheng… testarda, ma ha ragione, perché dovrebbe “perdere la sua identità” perché loro non hanno voglia di aggiungere un carattere?!
In Giapponese nel Kanken 1 esistono altri kanji con triplicazione (e un sacco di tratti), ad esempio con 2 “cervi” 鹿 (shika, ka) e un altro con 3 “draghi” (la kyuujitai di 竜) 龍 (tatsu, RYUU), disposti in entrambi i casi come i kanji di 馬 sono disposti nel kanji di 驫
Poi ho sentito che ci sono anche dei kanji con 4 draghi, con 4 fumini 雷 (kaminari, RAI) e con 4 kanji di prosperità 興. In tutti e tre i casi i kanji “singoli” sono disposti a formare un quadrato, un kanji (i.e. radicale) per angolo.
Infine, sempre inseguendo il kanji con più tratti, c’è un kanji con tre “nuvole” 雲 (kumo, UN) a triangolo nella parte alta e 3 draghi 龍 disposti a triangolo capovolto, nella parte bassa del kanji…
Se non ricordo male però si tratta di kanji creati per scherzo e mai veramente usati e francamente non ho idea se esistano in cinese oppure no^^;;;
Se posso buttare lì un suggerimento per una futura rubrica, che ne diresti di spiegare la semplificazione dei kanji per singolo radicale (ovviamente non dico di indicare tutti i kanji semplificati^^).
Per esempio “言 come radicale posto a sinistra è stato semplificato così…”
Penso darebbe modo a chi sa il giapponese di riconoscere dei kanji in una frase cinese e quindi comprendere vagamente, non dico una frase, ma per esempio, un cartello che potrebbe essere un divieto da rispettare…
Be’, io l’ho buttata lì… non so quanto sia oneroso come progetto e forse avrai già degli altri piani… vedi tu, tanto so che qualunque argomento sarà di certo interessante ^___^
27 Novembre 2012
Sono andato a ricercare il sito che ne parlava e… ho sbagliato: il kanji con più tratti, con 3 nuvole e 3 draghi li presenta come due triangoli verso l’alto, uno sull’altro… oppure con un radicale di nuvola sopra, bello largo, poi nuvola-drago-nuvola e infine drago-drago:
雲
雲龍雲
龍 龍
…ben disposti ad occupare l’intero quadrato che li racchiude…
Per chi volesse, questo è il sito:
h**p://f7.aaacafe.ne.jp/~kanji/strokes.html
Ovviamente h**p va corretto in http
27 Novembre 2012
Se non sbaglio quello è il TAITO, giusto?
L’idea di parlare della semplificazione dei caratteri è ottima; dovrei scriverne una serie di articoli!
27 Novembre 2012
Sì, sì… se non ricordo male è ben spiegato (storia e uso) su una wiki, ma non ricordo se fosse quella ita, en o jpn…
27 Novembre 2012
Non so come si riesca a scrivere tutti quei tratti in un solo quadrato…
27 Novembre 2012
Di quale carattere stai parlando?
28 Novembre 2012
Parlavo del kanji formato da tre kanji di nuvola e da tre di drago.
28 Novembre 2012
A, beh, quello è solo un Kanji ornamentale, che dubito abbia un uso pratico – non ha nemmeno la versione Unicode, quindi manco lo puoi scrivere al computer…