Vivere con i treni in Giappone

I trasporti pubblici giapponesi sono tra i più avanzati al mondo. Questo è un fatto ben noto, ma se non li hai provati davvero non dovrebbe farti un grande effetto.
È come se ti dicessi che in Giappone i marciapiedi sono spaziosi o che gli specchietti retrovisori si scollano di meno. Interessante, ma ne puoi fare a meno. I treni giapponesi sono diversi.
La metropoli vivibile

Vista l’enormità di Tokyo, e conoscendo la confusione che c’è in piccole cittadine (per confronto) come Roma e Milano, verrebbe da immaginare scene apocalittiche per la capitale giapponese. Eppure Tokyo è molto più tranquilla e ordinata delle sue controparti italiane.
Com’è possibile? La definizione di città in Giappone è un po’ fuorviante. Dalle zone nostre siamo abituati a nette distinzioni città A / campagna / città B, chiare e inequivocabili. Non sempre è così in Giappone. Nell’area di Tokyo è difficile capire dove finisce una città e dove ne comincia un’altra. È tutto un continuo ininterrotto di edifici e strade.
Sulla carta Tokyo ha circa 9 milioni di abitanti. Ma la vera città, quella confinata solo dalla campagna, trabocca oltre i confini ufficiali di Tokyo e continua imperterrita in buona parte delle regioni Kanagawa, Chiba, Saitama e Yamanashi, inglobando quasi 35 milioni di abitanti. Spesso per entrare in una città diversa di una regione diversa ti basta attraversare la strada per chiedere in prestito un po’ di salsa di soia alla tua vicina di casa.
I treni giapponesi

Il segreto della vivibilità di Tokyo, il collante che tiene unite tutte quelle città sorelle, non è l’automobile o il motorino. Là sono i treni (電車 densha) i protagonisti assoluti. In particolare nella zona di Tokyo, i treni arrivano ovunque, puntuali e ad altissima frequenza.
Questo è più che “comodo”: cambia il tuo modo di vivere. Puoi dimenticare le ore di traffico stressante, la ricerca dei parcheggi e le attese indefinite agli appuntamenti. È quanto di più vicino al teletrasporto che sia stato mai attuato. Tutto quello che devi fare è trovarti all’ora giusta sulla piattaforma giusta, entrare nel “portale” ed aspettare.
Dopo al più due o tre brevi cambi (乗り換え norikae) ti ritrovi alla destinazione desiderata, ovunque essa sia nella metropoli, all’ora e al minuto previsti. Dopodichè dovrai forse camminare un po’ fino alla tua destinazione, ma raramente più di cinque minuti. Le stazioni sono distribuite in modo capillare.
Non è esattamente facile districarsi nel groviglio di linee metropolitane, ma con un PC o uno smartphone hai accesso a tutte le informazioni che ti servono (ad esempio prova qui). Per esempio puoi cercare “voglio essere a Shibuya alle 15:55 partendo da Akihabara di sabato” e trovare l’ora esatta in cui partire da Akiba nel caso tu voglia il percorso più breve, quello più economico o quello con meno cambi. Tutto qua!
Puoi anche impostare la tua velocità di cammino, in modo da calcolare adeguatamente quanto ti ci vuole a cambiare treni in una stazione. A parte rari incidenti, non ci sono incognite e tu puoi sfruttare al meglio il tuo tempo, niente stress.
Semplicemente non c’è motivo di usare la macchina. D’altra parte usare solo i treni vuol dire doverne rispettare gli orari, e stare attenti a prendere l’ultimo treno serale (終電 shuuden) per tornare a casa. Mancato l’ultimo treno, ti tocca prendere un taxi o aspettare la mattina dopo. Le stazioni offrono tanti posti dove passare la notte in questi casi.
Le stazioni giapponesi

Le stazioni di Tokyo sono di gran lunga le più attraversate al mondo. Ogni volta che vado in posti come Shinjuku o Shibuya rimango stordito dalla quantità inverosimile di persone che scorrazzano a destra e sinistra con disonvoltura. Come possono esistere tutti questi esseri umani contemporaneamente? Il segreto sta in un ciclo virtuoso che ha trasformato ogni stazione in un mondo a parte.
Va più o meno così: tanta gente usa i treni → tanta gente passa dalle stazioni → nascono nuovi negozi, uffici e luoghi pubblici vicino alle stazioni → più gente prende i treni per andarci → ricomincia il ciclo. Così adesso praticamente tutto quello che c’è di interessante o utile da fare si trova di fronte ad una stazione, da qualche parte. Ognuna di esse è un piccolo centro città. Tutto è misurato in base alle stazioni.
Ad esempio, il prezzo di una casa è influenzato enormemente dalla sua distanza dalla stazione più vicina (最寄駅 moyori eki). Quando sfogli un catalogo di case da affittare, le prime informazioni che ti vengono date sono il costo, il numero di stanze ed il numero di minuti a piedi fino alla stazione. Una casa con più di 15 minuti di cammino è considerata sperduta nell’oblio spazio-temporale e costerà molto meno di una casa “da 3 minuti” (a proposito, la mia casa è “da 1 minuto”, mi sento così privilegiato).
Lo stesso dato te lo forniscono anche le pubblicità di negozi e ristoranti. Tutti i posti importanti si ammassano intorno alle stazioni, questo vuole anche dire che lontano da esse ci sono solo mari sconfinati di palazzine e villette tutte diverse ma tutte uguali dove o possiedi una bicicletta o perisci. Di fatto vicino ad ogni stazione ci sono enormi parcheggi multipiano a pagamento per biciclette. Mai visto nulla di simile.
In Italia spesso la “zona della stazione” è considerata un luogo sudicio e malfamato, dove vuoi passare il più breve tempo possibile, se proprio devi. Tutto il contrario per le stazioni giapponesi. Il Giappone è già di per se un paese molto sicuro, ma le aree delle stazioni lo sono di più. Sono anche i luoghi meglio frequentati, un piacere da visitare.
Gruppi di amici rumorosi (ma educati) si danno appuntamento, fanciulle truccatissime passeggiano serenamente in minigonna e i cantanti di strada raccolgono stuoli di fan che comprano i loro CD autografati. Spostarsi e vivere in città, in Giappone, è una dimensione diversa da quella a cui siamo abituati.
Questo guest post è stato scritto da Marco Giancotti.
Da un anno e mezzo vive in Giappone a Yokohama, dove lavora al dottorato di ingegneria aerospaziale.
7 commenti
25 Aprile 2013
Articolo davvero interessante, scritto davvero bene! Già prima di leggere che fosse un guest post ero sicuro che non fosse di Hanami, e ne ho avuto la conferma leggendo ‘privilegiato’.
Mamma mia, Tokyo è davvero enorme! Ci vivessi io avrei paura di perdermi! Sarà che ho un po’ la fobia di non trovare la strada nelle città.
Se la mia scarsa conoscenza dello Hiragana non mi inganna, la terza immagine ha scritto ‘Nozomi’ e ‘Hikari’, due nomi che conoscevo.
Ah, e trovo curioso che 電車 (veicolo elettrico) significhi ‘treno’ in giapponese: in cinese vuol dire ‘tram’, mentre treno è 火車 (火车 se semplificato).
26 Aprile 2013
Ehehehe, direi che si nota subito dallo stile di scrittura :P Il mio è forse più semplice!
Per il resto hai azzeccato gli hiragana ^^
26 Aprile 2013
Il parcheggio delle bici è geniale! °______°
In effetti sarebbe un bene averlo pure da noi!
*sarebbe anche comodo aver qualche stazione in più in effetti*
27 Aprile 2013
Le biciclette andrebbero proprio valorizzate, qui in Italia, in molti aspetti.
28 Aprile 2013
Andrebbero valorizzate anche le stazioni. Quelle dei treni ho notato che le stanno rifacendo in tutta Italia. Però non so perché, ma non hanno il fascino delle foto che ho visto delle stazioni in Giappone.
Mi sa di essere un giapponese intrappolato in Italia.. XD
1 Maggio 2013
Ciao, sono stato due settimane in Giappone a Kyoto e Tokyo ed ho preso diversi treni, tram, metro ecc. Confermo in pieno tutto quello che hai scritto :)
3 Maggio 2013
Nel mio piccolo posso dire che basta semplicemente andare a Londra e a Parigi per percepire l’enorme divario con l’Italia.
Indubbiamente lo scenario è parecchio ridimensionato, ma offre comunque un assaggio di come andrebbero gestiti i trasporti pubblici.
Anche lì, infatti, ti sposti dove cavolo vuoi in pochissimo tempo.
Specie a Londra, se perdi la metro hai un sistema di trasporto molto capillare anche su quattro ruote grazie ai pullman tradizionali rossi… tutti rigorosamente in orario.